MILANO – Tim Curry, certo, Bill Skarsgård ovviamente, ma anche una band, uno sceneggiatore e infinite citazioni in film, cartoni e serie TV, senza nemmeno citare Halloween e la lunga lista di murales, graffiti e rimandi per le strade del mondo. Dopo i 700 milioni di dollari incassati dal primo capitolo e ora grazie all’arrivo di It: Capitolo Due, Pennywise è tornato prepotentemente di moda, affollando non solo le sale, ma anche timeline, social, discussioni e incubi notturni. Da trentatré anni l’inquietante pagliaccio che Stephen King ha costruito partendo dalla sua passione per gli scritti dell’amato H.P. Lovecraft anima la cultura pop, riuscendo a migrare in quasi tutti gli ambiti. Ma se invece non fosse una creatura di fantasia?

Andiamo con ordine. Ricordate Donnie Darko? Mary Mc Donnell in giardino si leggeva It, ignara di tutto. E I Simpson? Pennywise appariva anche lì, in una puntata. Perfino ne I Griffin c’era la parodia del pagliaccio, senza dimenticare che in una scena de L’acchiappasogni di Lawrence Kasdan su un muro appariva la scritta: “Pennywise Lives”. Ma non solo cinema o tv: c’è un gruppo punk californiano piuttosto noto che si chiama Pennywise: fondato nel 1988, prende il nome proprio dal clown, apparso per la prima volta due anni prima nel libro di King.

Un’icona horror, uno spauracchio, un’ossessione da rievocare per esorcizzare la paura, ma non solo. Sarebbe rassicurante pensare a Pennywise come a una creatura inventata, invece no, perché in parte (purtroppo) affonda le origini nella realtà. Da due casi: il primo è quello dell’Atlanta Child Killer. Tra il 1979 e il 1980 ad Atlanta, in Georgia, sparirono ventiquattro bambini, poi ritrovati morti per strangolamento. Per i delitti venne incarcerato (è ancora in prigione), Wayne Williams, appena apparso in Mindhunter 2, ma rimasero molti dubbi. Dal caso vennero tratte una serie, The Atlanta Child Murders, con Morgan Freeman, un film per la tv, Who Killed Atlanta’s Children?, e innumerevoli documentari con le teorie più disparate: chi ha ucciso quei bambini? Il Ku Klux Klan? Un gruppo di pedofili? Un uomo misterioso? Ancora oggi nessuno sa cosa sia accaduto.
E poi c’è il vero clown, il vero mostro, quello che di fatto ha generato Pennywise, anche se King si è ben guardato nel corso degli anni dal fare alcun riferimento per dare notorietà a un assassino e per rispetto alle sue vittime: Pogo il clown era il personaggio che John Wayne Gacy interpretava durante le feste per bambini a cui partecipava. Si metteva il trucco, prendeva i palloncini e girava per le case. Faceva parte anche di un club: il Jolly Joker Clown Club. Erano gli anni Settanta, per sei anni nella zona di Chicago Gacy violentò e uccise oltre trenta ragazzi, seppellendoli poi nel giardino di casa.

Fu scoperto solo per un errore: nel 1978 un ragazzo disse ai genitori che la sera andava a trovarlo. Non tornando, il padre chiamò la polizia che fece irruzione nella casa e sentì l’odore dei corpi in putrefazione. Trentatré omicidi, nessuna confessione. Gacy negli anni trascorsi in prigione non si pentì mai, continuò a disegnare (disegnò anche il suo Pogo The Clown) e venne ucciso con un’iniezione letale nel 1994. Il personaggio di Gacy è poi finito in American Horror Story: Hotel, la sua storia oltre al libro di King ha ispirato poi una canzone di Sufjan Stevens (bellissima, potete ascoltarla qui sotto), un film, Gacy, è finita tanto in Prison Break quanto in South Park, addirittura in un videogioco, Death by Deadlight.

Insomma, l’orrore prima dell’orrore, il reale che diventa ancora più terribile della fantasia e qualsiasi film horror che diventa quasi banale davanti a tutto questo. Gacy viene arrestato il 12 ottobre 1978, il misterioso killer di bambini di Atlanta invece inizia ad agire nell’estate del 1979. Stephen King comincia a scrivere le prime pagine di It nel 1980. Da lì comincia il viaggio di Pennywise.
- Il video di John Wayne Gacy, canzone di Sufjan Stevens:
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