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VENEZIA 77 | Padrenostro e gli anni di piombo di Pierfrancesco Favino

L’Italia degli anni Settanta, un bambino, il terrore: ma cosa vedremo nel film di Claudio Noce?

Padrenostro
Pierfrancesco Favino in una scena di Padrenostro

ROMA – Le note di Anyone Who Knows What Love Is di Irma Thomas, i colori degli anni di piombo, le voci fuoricampo, un pallone da calcio che gira, gli stacchi e i ricordi, le lacrime e gli abbracci che non ci sono più: dopo il passaggio a Venezia, adesso è ufficiale, Padrenostro di Claudio Noce uscirà al cinema il 24 settembre e dopo l’arrivo del primo trailer – che potete vedere in fondo all’articolo – l’attesa è già tanta. Perché? Perché basterebbe l’ennesima grande prova di Pierfrancesco Favino, all’apice del suo talento, ma qui dentro c’è molto altro, c’è un pezzo d’Italia, un tassello di un Paese mai pacificato che ancora cerca redenzione per un decennio di sangue e follia che ha riempito pagine di giornali e libri di storia, ma – soprattutto – ha spezzato famiglie, creato orfani e vedove.

Padrenostro
Un dettaglio del poster di Padrenostro.

«Sono profondamente felice e onorato di partecipare alla Mostra», ha commentato Noce dopo aver saputo di essere in concorso al Lido. «Tornare a Venezia con un film dopo diversi anni ha un significato particolare per me, e farlo con una vicenda ispirata alla mia famiglia mi rende ancora più orgoglioso e grato. Questa sarà un’edizione speciale per tutto il cinema mondiale, avere il privilegio di esserci è davvero una grande responsabilità». Noce e Venezia, un rapporto che torna e ritorna, comincia con un cortometraggio quindici anni fa (Aria, nel 2005) e poi passa per la Settimana della Critica, nel 2009, con il bel Good Morning Aman in cui c’era anche Valerio Mastandrea. Adesso, a sei anni dall’ultimo film, La foresta di ghiaccio, e dopo la tv di Non uccidere e 1994, Noce ritorna al Lido e lo fa nel concorso ufficiale con quella che è anche la sua opera più ambiziosa.

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Sul set: Claudio Noce in dialogo con Favino.

Ma di cosa parla Padrenostro? Siamo a Roma, nel 1976, e seguiamo Valerio (Mattia Garaci) un bambino di dieci anni, la cui vita viene sconvolta quando, insieme alla madre Gina (Barbara Ronchi), assiste all’attentato a papà Alfonso (Favino) da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segneranno la famiglia. In quei giorni però Valerio conosce Christian (il bravo Francesco Gheghi, visto in Mio fratello rincorre i dinosauri), un ragazzino poco più grande di lui. Quell’incontro cambierà per sempre le loro vite. Il personale e la Storia, la famiglia e lo Stato, la rielaborazione impossibile del lutto e la vita di un bambino persa dentro un meccanismo enorme, anche più degli adulti. Potrebbe davvero essere un grande film.

  • Qui potete vedere il primo trailer di Padrenostro:

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