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Nightbitch | Amy Adams, Marielle Heller e un film surreale e intimo che è già un cult

La maternità, il romanzo di Rachel Yoder, Scoot McNairy e Jessica Harper: Dal 24 gennaio su Disney+

Amy Adams in una scena di Nightbitch – Bestia di Notte: Dal 24 gennaio su Disney+
Amy Adams in una scena di Nightbitch – Bestia di Notte: Dal 24 gennaio su Disney+

ROMA – La maternità è una bestia diversa. Scritto e diretto da Marielle Heller e basato sull’omonimo romanzo best-seller di Rachel Yoder (edito in Italia da Mondadori, 2023), Nightbitch – Bestia di Notte racconta di una donna in carriera e un’artista (Amy Adams). Una direttrice di una galleria locale, che mette in pausa la sua carriera per dedicarsi alla vita da mamma casalinga. Due anni dopo di una routine snervante e meccanica in periferia, esausta per la fatica e la solitudine con il marito (Scoot McNairy) sempre fuori per lavoro, la sua vita domestica prende una piega surreale. E se fosse la sua vera natura quella di somigliare sempre più a un animale?

Un estratto dalla locandina ufficiale di Nightbitch
Un estratto dalla locandina ufficiale di Nightbitch

Presentato in anteprima nazionale, fuori concorso, al 42esimo Torino Film Festival, l’attesissimo Nightbitch bypassa la tradizionale sala cinematografica per arrivare direttamente su Disney+ dal 24 gennaio. Che è forse la scelta più saggia per un film originale, atipico, spigoloso per certi versi, caratterizzato da una bontà di scrittura rarissima e grandi prove artistiche, ma tremendamente peculiare. Perché negli Stati Uniti il film della Heller è pure arrivato al cinema, lo scorso 6 dicembre con Searchlight Pictures. Una distribuzione capillare, appena 98 cinema in tutto il territorio americano, con un incasso di poco più di 170.000 dollari. Chiaramente una scelta strategica in virtù della stagione dei premi.

Amy Adams, Scoot McNairy e Arleigh Snowden in una scena del film
Amy Adams, Scoot McNairy e Arleigh Snowden in una scena del film

Nei regolamenti è, infatti, prevista la distribuzione al cinema – anche solo limitata – come criterio essenziale per potervi prendere parte (e la Adams per questo ringrazia), ma che non inficia in alcun modo sul valore assoluto di Nightbitch, caso letterario prima e personalissima opera filmica dopo per la Heller: «Non si parla mai veramente di quanto diventare genitori sia un passaggio epocale. È un fondamentale cambiamento d’identità. Per quanto mi riguarda, mi sono sentita completamente cambiata a livello cellulare. Non mi riconoscevo guardandomi allo specchio, non riconoscevo il mio matrimonio e il mio stesso partner. Tutto è cambiato in modo così determinante che mi sono chiesta per quale motivo non sia un argomento affrontato molto più spesso. Da qui viene il film».

Nightbitch, un film di Marielle Heller, dal 24 gennaio su Disney+
Nightbitch, un film di Marielle Heller, dal 24 gennaio su Disney+

Ovvero il cuore di Nightbitch, la trasformazione della donna, il disfacimento del corpo tra canini appuntiti e ciuffi di peli e spaventose secrezioni di pus dove non dovrebbero esserci. Ma non c’è nulla di spaventoso nell’opera di Heller, non aspettatevi nulla di simile a Wolf Man o Un Lupo Mannaro Americano a Londra, men che meno un body-horror allegorico e putrescente alla maniera di The Substance. È tutto più attenuato, giocato di sottigliezze, perché è tutto meno che un horror il film della Heller. L’unico elemento di orrore, qui, è la vita. O perlomeno, la vita quando ti trovi intrappolato in gabbie da cui non c’è modo di uscire, o quando ti ritrovi addosso un ruolo sociale che non è quello che vorresti.

Un momento del film
Un momento del film

O – ancora – quando finisci con l’essere dilaniato da una routine tossica che ti piega del tutto. Una connotazione esistenziale che rende Nightbitch accessibile a tutti, ma che nello specifico parla alle donne nel raccontare in questi termini della maternità, e di riflesso, del ruolo della donna nella società attuale tra aspettative, obblighi e doveri. Infatti non c’è alcun tentativo di romantizzare da parte della Heller, che ne racconta le conseguenze con purezza di sguardo. Voice-over incisivi ed esplicativi dalle linee dialogiche sferzanti che qualcuno definirebbe perfino didascalici (non qui però), immagini secche come iconografie di una vita di profondo e sottile disagio che non va urlato ma tenuto sottovoce e a guinzaglio corto rese armonia da un montaggio di grande dinamismo (i primi 5 minuti sono una masterclass di tecnica e narrazione nda).

Amy Adams, Scoot McNairy e Arleigh Snowden in una scena di Nightbitch
Amy Adams, Scoot McNairy e Arleigh Snowden in una scena di Nightbitch

Quindi la trasformazione come surreale veicolo narrativo da cui scaturire una profonda riflessione sulla libertà e il vivere lontano da schemi, regole e preconcetti che la società (spoiler: gli uomini) impongono. E se magari non tutto torna, e se la componente allegorica non è poi così radicata, poco importa, perché il talento della Adams ne offusca i (pochi) difetti di sviluppo nella sua recitazione fisica e intensa rendendo tutto più facile. È un film di grande intelligenza Nightbitch, vedetelo, ne varrà la pena.

  • HOT CORN TV | Marielle Heller e Amy Adams dietro le quinte del film
  • VIDEO | Qui per il trailer di Nightbitch:

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