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Nasrin Sotoudeh, la Nelson Mandela iraniana e quella scena nel film di Jafar Panahi

Le lotte, la prigione, gli appelli. Un documentario racconta l’attivista iraniana, ancora in carcere

Nasrin Sotoudeh
Nasrin Sotoudeh in una scena del documentario Nasrin - Voce del popolo

MILANO – Due documentaristi – gli americani Jeff Kaufman e Marcia S. Ross – e una sfida quasi impossibile, ovvero filmare dove non si può, raccontare ciò che non dovrebbe essere raccontato, filmare la vita di una donna il cui Paese vorrebbe nascondere. Nasrin Sotoudeh è un’attivista iraniana che dal 2003 ha lottato senza tregua nei tribunali e per le strade, per i diritti delle donne, dei bambini, dei prigionieri LGBT, delle minoranze religiose, dei giornalisti e degli artisti. Poi, nel 2018, è stata arrestata, condannata e portata prima nella prigione di Evin, poi in quella di Qarchak, dov’è ancora detenuta. Nasrin – Voce del popolo è il ritratto di Nasrin e del movimento iraniano per i diritti delle donne realizzato nel 2020 da Kaufman e Ross, un documentario – che arriva in prima visione su Sky Documentaries il 30 maggio alle 21.15 – girato in segreto per quattro anni, con immagini filmate facendo attenzione alle autorità iraniane.

Nasrin Sotoudeh
Nasrin Sotoudeh in una scena del documentario.

Dopo un primo arresto nel 2011, Nasrim nel 2015 appariva anche in una scena di Taxi Teheran di Jafar Panahi, film che vinse l’Orso d’oro a Berlino nel 2015. Nuovamente arrestata nel 2018 per aver rappresentato alcune donne che protestavano contro la legge iraniana sull’hijab obbligatorio – quindi quattro anni prima della povera Mahsa Amini e del nuovo movimento dell’anno scorso – è stata condannata a trentotto anni di carcere e a ricevere 148 frustate. Anche dal carcere, Nasrim ha continuato a sfidare le autorità, mentre una petizione di Amnesty che chiedeva il suo rilascio ha raccolto oltre un milione di firme in duecento Paesi. Ma Nasrin è ancora reclusa e – nonostante lo sciopero della fame – nulla è cambiato, anzi, dalla prigione di Evin è stata portata a quella di Qarchak, mentre marito e figlia cercano di informare il mondo delle sue condizioni.

Nasrin in una scena di Taxi Teheran di Jafar Panahi.

Promosso da figure come Margaret Atwood e Gloria Steinem, narrato nella versione originale da Olivia Colman e impreziosito da una canzone originale di Angélique Kidjo, Nasrin – Voce del popolo  cerca di raccontare e non dimenticare Nasrin, attraverso testimonianze di donne e uomini che in lei hanno trovato un esempio di coraggio, da Shirin Ebadi, ex avvocato e giudice iraniano, attivista per i diritti umani e fondatrice del Centro per i difensori dei diritti umani a Narges Hosseini, giovane laureata, arrestata per essersi tolta il velo in Revolution Street a Teheran, da Reza Khandan, marito di Nasrin, incarcerato diverse volte, allo stesso Jafar Panahi fino ad arrivare a Mansoureh Shojaee. Un’opera che è anche – e soprattutto – un grido d’aiuto, per evitare che sia troppo tardi…

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