BOLOGNA – Con La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley e l’adattamento di Pinocchio su Netflix, Guillermo del Toro sembra più produttivo che mai. Quale momento migliore quindi per riscoprirne la filmografia? Il regista è passato dagli horror agli action, dai thriller al fantasy, imprimendo la sua cifra ad ogni pellicola. La curiosità per il mostruoso e l’occulto si scontrano con la morale cattolica assimilata da bambino, la favola si riveste di nero e il fantastico diventa grottesco. Così, dopo le puntate della nostra Hot Corn Guide in streaming dedicate a David Lynch (qui), Richard Linklater (qui) e Paul Thomas Anderson (qui), ecco qui la nostra guida al cinema di del Toro
MIMIC – Da sempre affascinato dagli insetti e allora già esperto nella creazione di make-up mostruosi, del Toro crea un thriller dai toni horror dove la minaccia è rappresentata da… scarafaggi giganti! Fu dapprima ostacolato, poi tagliuzzato dalla produzione (la Miramax dei Weinstein, era il 1997). Sebbene sia ricordato dal regista come un’esperienza terribile, Mimic è del Toro allo stadio embrionale: non mancano i mostri, con le loro protesi artigianali e il trucco curato, intenti a scoprire l’umanità e ad assimilarne alcuni tratti, e non si lesina di sangue, mondi sotterranei inquietanti, atmosfere cupe, chiese sconsacrate, situazioni sempre al limite tra realtà e fantasia.
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HELLBOY & HELLBOY: THE GOLDEN ARMY – Del Toro abbandona Blade per dedicarsi al suo supereroe preferito: Hellboy, protagonista delle storie a fumetti editi da Dark Horse, un diavolo che vive sulla Terra e lotta contro creature paranormali. Film cult per gli amanti del genere cinecomic, Hellboy è una pellicola ibrida, facilmente riconducibile a del Toro, che si occupò anche della sceneggiatura. Un po’ horror, un po’ splatter, un po’ dark, sicuramente capace intrattenere (le poche battute di Red/Hellboy sono indimenticabili quanto il suo sigaro). Il secondo capitolo non perde lo smalto e regala ancora gioie agli appassionati. Forse ancora più avvincente oltre che fedele all’originale cartaceo, Hellboy: The Golden Army conferma il talento di del Toro e per poco non si aggiudica un Oscar al Miglior trucco. Nell’era dei cinecomic intrisi di CGI e tecnologie all’avanguardia, il lavoro di del Toro fa ancora un figurone e merita un rewatch.
- Dove vederlo: Hellboy
- Dove vederlo: Hellboy: The Golden Army
PACIFIC RIM – Robottoni, mostri alieni e tanta azione! Con Pacific Rim, Guillermo del Toro sposa gli effetti speciali più sofisticati: i Kaijū, dei mastodontici mostri (con del Toro, non mancano mai) provenienti da un’altra dimensione, si scontrano con i Jaeger, enormi macchine costruite dall’uomo per difendersi dalla minaccia aliena che essi rappresentano. Il regista fa da co-sceneggiatore e produttore e crea un universo narrativo ispirato a decenni di anime e manga fantascientifici giapponesi. Pacific Rim privilegia l’aspetto visivo spettacolare, affascina e coinvolge, si dimentica di approfondire la trama e di caratterizzare al meglio i personaggi. Difetto perdonabile, perché l’obiettivo dell’intrattenimento è raggiunto.
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CRIMSON PEAK – Se cercate il Guillermo del Toro più gotico, Crimson Peak è quello che fa per voi. È una storia di fantasmi, che infestano dimore ottocentesche ormai fatiscenti, ma è anche una storia di efferati omicidi, macchiata di un vibrante e ricorrente rosso cremisi. Un cast d’eccezione (Tom Hiddleston, Jessica Chastain e Mia Wasikowska) è incorniciato da scenografie che rimandano ad un’estetica romantica, gotica e fantasy insieme. Ovviamente, anche qui il trucco e i costumi diventano parte integrante dalla messa in scena: ricchissimi abiti dei quali ci pare di percepire il pesante tessuto e acconciature studiate ad hoc per ogni scena, ma anche mostruose creature dell’aldilà che restano impresse nella mente dello spettatore spaventato.
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LA FORMA DELL’ACQUA – Un film da Oscar (miglior film, miglior regista, migliore scenografia e miglior colonna sonora!), che è piaciuto tantissimo alla critica ma è stato apprezzato anche dal pubblico. La forma dell’acqua si muove in un’atmosfera onirica e surreale e rappresenta la perfetta evoluzione di del Toro, che ha studiato ogni dettaglio del film per tre anni prima di proporlo ad una casa di produzione. Il risultato è una fiaba che rielabora il concept della Bella e la Bestia e lo adatta al mondo fantasy, crudo, esplicito che vive nell’immaginazione di del Toro. D’altronde, soltanto lui poteva inventarsi una storia d’amore tra una ragazza muta e un uomo-pesce, che di un mostro ha soltanto l’aspetto.
Dove vederlo: La Forma dell’acqua
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