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Luca Ferrario: «Green Film, la sfida del Trentino e l’importanza di essere sostenibili»

La sostenibilità sul set? Va misurata. Ma come? Ce lo spiega il direttore della Trentino Film Commission

Luca Ferrario, Direttore Trentino Film Commission e ideatore Green Film.

TRENTO – «Allora, mettiamola così: una cosa è dire che un produttore è stato virtuoso durante le riprese, un’altra è dire che un film è a impatto zero». Luca Ferrario, Direttore Trentino Film Commission, non ci gira troppo attorno durante la nostra conversazione e va subito al punto, rivelando quanto per molto tempo sia stato complicato dimostrare che il proprio approccio green vada oltre le parole. E le buone intenzioni. «Ma è proprio per questo che è nato Green Film», prosegue Ferrario, «che vuole essere lo strumento adatto ad incoraggiare i produttori di film e serie a lavorare nel rispetto dell’ambiente». Ma andiamo con ordine: cos’è precisamente Green Film? E come funziona? Per la nuova puntata della nostra rubrica Hot Corn Green – trovate QUI le altre – questa volta abbiamo chiesto proprio a Ferrario di guidarci nella questione…

Green Film
Hot Corn Green, quando il cinema incontra la sostenibilità.

IL PROTOCOLLO – «Da dove comincio? Faccio innanzitutto una premessa: in questi ultimi anni ci sono stati tanti modi di parlare di sostenibilità sui set, in modo diverso, ma in realtà sempre molto simile perché si sta inventando una cosa che non esiste. Come si fa a misurare le emissioni? Come si fa a dire che un set è più green di un altro? Come posso dire che sono davvero green se nessuno controlla? Il modello di produzione sostenibile ovviamente va bene, ma se è solo sperimentale allora ognuno può dire la sua senza tema di smentita. Proprio per questo motivo nel 2017 noi della Trentino Film Commission abbiamo ideato Green Film».

Green Film
Green Film, ma come funziona? Cliccate per leggere il protocollo.

GREEN FILM – «Che cos’è? Molto semplice: Green Film è un sistema di certificazione per le produzioni dell’audiovisivo, uno strumento pensato per Film Fund, Film Commission, broadcaster o altre realtà che vogliono incoraggiare i produttori a lavorare nel rispetto dell’ambiente. Grazie a Green Film i produttori vengono così guidati a lavorare in maniera sostenibile. Ma non solo, perché Green Film è anche – e soprattutto, aggiungerei – un marchio che certifica la sostenibilità. Non sono parole o numeri quindi, ma c’è un certificato verificato. Lo abbiamo ideato nel 2016 e lanciato nel 2017 con la APPA, l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente qui in Trentino. Non è una consulenza, è una certificazione di un ente pubblico…».

Alcuni dei criteri di valutazione.

LA VALUTAZIONE – «Quando vengono chiesti i fondi per prodotti audiovisivi regionali o europei, vengono sempre valutati alcuni parametri e criteri, dal regista alla produzione fino al tema trattato. Noi abbiamo aggiunto anche un nuovo parametro: essere una produzione certificata Green Film. L’idea è anche riuscire poi a formare i produttori fornendo gli strumenti che permettano loro di lavorare in maniera sostenibile e in modo uniforme, ma che allo stesso tempo faccia sì che le istituzioni possano riconoscere il loro sforzo per questo impegno e poi premiarli. Credo sia un modo per creare un circolo virtuoso continuo…».

Riccardo Scamarcio e Miriam Leone in Trentino ne Il testimone invisibile, film certificato GF.

L’EUROPA – «A dimostrare l’efficacia di Green Film c’è il fatto che oggi non si tratta più solo di una questione italiana. Da tempo partecipo a panel sulla sostenibilità a Cannes, Berlino, Venezia fino recentemente al South by Southwest di Austin, ci sono decine di produzioni europee che lo usano e paradossalmente abbiamo Paesi come Danimara e Islanda che utilizzano il nostro sistema, uno standard completamente italiano che adesso ha anche un sito dedicato, Green.Film. Abbiamo creato un gruppo di persone che condividono un sistema, abbiamo regioni europee come Catalogna e Vallonia con cui condividiamo l’approccio e oggi anche l’ISPRA – ovvero l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – ha riconosciuto Green Film come strumento per la sostenibilità nel cinema».  

Andrea Arcangeli in una scena de Il Divin Codino, altro titolo certificato.

UN MIRACOLO – «Tutto quello che è successo in questi cinque anni è un mezzo miracolo, perché siamo riusciti a costruire un modello che oggi usano in molti. In questi mesi stiamo certificando film di Medusa, Netflix, Minerva o Lucky Red, ormai lavoriamo non solo più con Trentino Film Commission, ma anche con tutte le altre Film Commission italiane. Sia chiaro, oggi nessuno può dire che il suo film è a impatto zero, perché non è possibile, dovrebbero rimanere tutti fermi, ma possiamo misurare e diminuire l’impatto. Non solo, abbiamo anche lanciato Green Film Research Lab, un progetto con cui vogliamo raccogliere ed analizzare dati relativi alle produzioni che hanno ottenuto proprio la Certificazione Green Film per valutare l’impatto ambientale e economico della nostra applicazione…».

  • IL SITO | Scoprite come funziona Green Film qui
  • HOT CORN GREEN | Cinema e ambiente, la nostra sezione

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