ROMA – 1991. Due anni dopo la loro avventura in Romania raccontata in Est – Dittatura Last-Minute, i giovani Pago, Rice e Bibi sono tornati alle loro tranquille e monotone vite. Quando Bibi si decide a incontrare Yuliya, una ragazza bulgara con cui ha una corrispondenza da mesi, il gruppo di amici intraprende un nuovo viaggio, stavolta con destinazione Sofia. Yuliya però nasconde un segreto che getta i tre italiani al centro di un intrigo internazionale, finendo nel mirino della criminalità balcanica e dei servizi segreti italiani. Dal 13 febbraio al cinema con Plaion Pictures ecco Tornando a Est, di Antonio Pisu, con Matteo Gatta, Jacopo Costantini, Cesare Bocci, Zahcary Baharov e Alexandra Vale. Ma soprattutto Lodo Guenzi con cui abbiamo dialogato in occasione della presentazione del film alla stampa.

L’AMICIZIA – «Ci sono alcune persone che sanno tutto di te, comprese quelle che sono le tue vergognosissime miserie e quindi il fatto di non usare la tua stessa disperazione contro di te, è una scelta. Perché come li passi tu, anche chi ti vuole bene può passare dei momenti di totale scoramento e violenza. Quindi si crea questo rapporto di co-dipendenza strano per cui, io so che ti posso distruggere, ma scelgo di non farlo perché ti voglio bene. E poi, proprio perché ti voglio bene, so che anche se ti distruggerò, non smetterò di volerti bene e forse lo stesso varrà per te. L’amicizia, come la vita è un campo libero in cui si fanno anche cose orrende. Poi, più le relazioni sono profonde, più è facile che contengano un germe di violenza. Per questo, credo che educarsi rispetto al non rendere violente le relazioni, significhi anche e soprattutto, avere una analisi molto raffinata della relazione stessa».

FUGGIRE O RESTARE? – «C’è una doppia risposta a quello che tu chiedi. Una che dà il regista nel primo film. La cosa più forte e autentica lì è proprio la scelta di quella famiglia rumena di stare lì e di non abbandonare il proprio luogo per poi vederlo cambiare. Quindi di agire e scegliere, nella speranza che le cose cambino. Certo, il tema comunque è sempre quello. Poi c’è la risposta che potrei darti io. Cioè, tu scappi, quando sai di non poter cambiare la tua vita. Detto questo, io però non starei neanche a dipingere di etica eccessivamente le scelte personali. Se riesci a cambiare la tua vita, è meglio. Se non riesci a cambiare, scappa».
Lascia un Commento