in

Lasciarsi un Giorno a Roma | Edoardo Leo, Marta Nieto e un film in cui (ri)specchiarsi

La magia di Roma, Claudia Gerini, Stefano Fresi e la normalità delle emozioni. Su Sky e NOW

Lasciarsi un Giorno a Roma
Lasciarsi un Giorno a Roma

ROMA – Come ci si lascia, dopo tanti anni insieme? Non c’è un manuale, non c’è mai stato. Non date retta al vostro migliore amico o alla vostra migliore amica. A quelli che “ci sono passati”, a quelli che “capita a tutti, prima o poi”. Le istruzioni, i consigli, i rimedi, in questi casi, sono le cose più inutili e incongruenti che esistano. Se innamorarsi è forse molto più facile, allora, lasciarsi è praticamente impossibile. Da questo concetto, lo spunto per Edoardo Leo che dirige e scrive (insieme a Marco Bonini, Damiano Bruè, Lisa Riccardi) Lasciarsi un Giorno Roma – su Sky e NOW dal 1 gennaio –, nel quale interpreta Tommaso, scrittore di successo, che sta vivendo un momento decisamente complicato al fianco di Zoe (l’ispanica Marta Nieto, che brava), brillante game designer.

Edoardo Leo e Marta Nieto in Lasciarsi un Giorno a Roma
Edoardo Leo e Marta Nieto in Lasciarsi un Giorno a Roma. Foto: Andrea Miconi

Entrambi sanno che la loro relazione è arrivata al capolinea, coscienti che l’amore è diventato affetto, e che non basta provarci per restare insieme. Così, sotto una Roma fotografa da Leo come fosse un palco illuminato dai caldi raggi primaverili, si consumano dinamiche riconoscibili di un rapporto di coppia spinto al limite, messo in parallelo con un’altra crisi, perpetuata in questo senso da due ruoli incongruenti. Già perché in Lasciarsi un Giorno a Roma, oltre a Edoardo Leo e Marta Nieto, c’è anche la coppia composta da Stefano Fresi e Claudia Gerini, rispettivamente vice-preside di un Liceo e, pensate un po’, Sindaca della Capitale. Insieme ai suoi quattro protagonisti, il regista accumula sentimenti e parole, creando attorno a loro un climax comune e, ovviamente, di facile riflesso con lo spettatore, che non può non provare un certo sentimento di vicinanza, di continuità.

lasciarsi un giorno a roma
“C′è soltanto un modo per riprendersi. Lasciarsi un giorno e poi dimenticarsi…”. Foto: Foto: Andrea Miconi

Perché, se è vero che “ci siamo passati tutti”, è vero che ogni relazione conclusa lascia degli strascichi infiniti, forgiandoci sotto pelle, nel cuore e nella testa. In modo unico. Per questo, Edoardo Leo, arrivato alla sua sesta regia (un consiglio: riscoprite il suo primo film, Diciotto Anni Dopo), non lascia nulla al caso, o meglio rende il tutto decisamente credibile e vero, anche se Tommaso e Zoe vivono una vita che potremmo inconfutabilmente invidiare. Così, prendendo in prestito il titolo da quell’omonima canzone di Niccolò Fabi, Lasciarsi un Giorno a Roma diventa una riflessione non giudicante su quanto sia necessario il cambiamento, su quanto la felicità sia effimera e passeggera, e su quanto invece contino le certezze emozionali. Ossia le uniche che possono e devono indirizzarci nelle scelte più dolorose. In modo tale che, alla fine, la tristezza muti in una strana smorfia che ricorda tanto un sorriso.

  • NEWSLETTER | Iscrivetevi qui alla newsletter di Hot Corn!

Lasciarsi un Girono a Roma: la nostra intervista a Edoardo Leo e Marta Nieto:

Lascia un Commento

Indiana Jones e l’Ultima Crociata | Anatomia di un capolavoro totale

Matrix Resurrections, la nostra opinione

Matrix Resurrections | Il ritorno di Neo e Trinity? No, non è tutto oro quello che luccica