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La grande crisi: il crollo del cinema italiano

Cifre cupe ai botteghini: nel 2017 i film italiani hanno quasi dimezzato gli spettatori

I dati sono tutt’altro che positivi: gli incassi al cinema – soprattutto per quanto riguarda i titoli italiani – sono in netto calo e, peggio di quanto fatto nell’anno solare 2017, dobbiamo scorrere il calendario addirittura fino al 2014. A guardare i numeri e le percentuali diramate da Anica, Anec e Anem – riunitisi a Roma per fare il punto della situazione – non c’è da star tranquilli. Nei dodici mesi appena conclusi, ai botteghini si sono incassati 584 milioni euro per un numero di spettatori in sala pari a 92.336.963. Rispetto al 2016 si è registrata così una diminuzione di spettatori pari al 46%, considerando anche il meno 44,21% di biglietti venduti. In totale, la percentuale italiana d’incassi è pari al 17,64%, appunto la peggiore dal 2014 quando il box office si fermò a 575.247.515 euro con 91 milioni di presenze.

Se sembrano gravi le percentuali generali, peggio sono quelle che riguardano le produzioni nostrane. In euro lordi, i numeri si fanno ancora più rossi: sempre rispetto al 2016 i box office di multiplex e circuiti indipendenti hanno racimolato per le pellicola italiane circa 89 milioni di euro in meno. Nel 2017, nessun titolo ha superato i dieci milioni di euro. I migliori, L’ora legale di Ficarra e Picone e Mister Felicità di Alessandro Siani si sono fermati sotto i 10 milioni e mezzo. Tonfo enorme, se consideriamo il numero di film italiani sbarcati in sala: ben 536. Quasi uno e mezzo al giorno, il 40% sul totale generale.

Sempre secondo i dati del mercato, il 2017 è stato nero anche per quanto riguarda gli incassi generali: meno 11,63%, mentre le affluenze segnano un picco del meno 12,38%. Nel 2016 in sala, gli incassi di Checco Zalone e di Paolo Genovese con Perfetti Sconosciuti avevano dato linfa vitale al nostro cinema e ai nostri esercenti, segnando un incremento di presenze e di incassi fortissimo, con il solo Zalone capace di ottenere quasi il 35% degli incassi generali. Una differenza troppo profonda quella segnata nel 2017. Insomma, il cinema italiano non può e non deve continuare ad invocare un solo ed unico autore come salvatore oppure sperare nella sorpresa di turno. Bisognerebbe fare molto di più. E questi dati ne sono la prova schiacciante.

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