in

Alla ricerca di Kaiser, il più grande truffatore della storia del calcio

Passato inosservato in sala, il documentario di Louis Myles è destinato a diventare un cult

In alto la bandiera di Hot Corn.

MILANO – Con Kaiser! – Il più grande truffatore della storia del calcio, uscito in sala e subito scomparso (ad oggi non esiste in streaming, per dire), la filmografia sullo sport più amato del mondo si arricchisce di un tassello eccezionale, destinato a diventare un cult negli anni a venire. Cos’è? È la storia di Carlos Henrique Raposo, detto Kaiser in omaggio a Franz Beckenbauer, una vicenda incredibile che al giorno d’oggi, nell’epoca di YouTube e social network, sarebbe impossibile. Sfruttando la sua somiglianza con il calciatore brasiliano Renato Portaluppi – già alla Roma per chi se lo ricorda – Raposo è infatti riuscito a far credere a dirigenti, società e altri calciatori di essere un talento con il pallone, nonostante le sue qualità tecniche fossero mediocri.

Raposo durante i suoi anni da calciatore.

Al di là di qualche (pessima) apparizione negli allenamenti con squadre leggendarie come il Botafogo, il Flamengo, la Fluminense e il Vasco da Gama (le quattro più importanti di Rio de Janeiro), il Kaiser ha condotto per più di vent’anni – dalla fine degli anni Settanta alla fine degli anni Novanta, più o meno – la classica vita del calciatore, tra discoteche, spiagge e donne. Senza mettere mai piede in campo. Le sue capacità relazionali gli hanno permesso di ottenere l’amicizia di fuoriclasse come Romario e Bebeto e la prestanza fisica ha ingannato dirigenti e ragazze. Non solo: le truffaldine leggi del mercato hanno consolidato il suo status di girovago, utilizzato come contropartita tecnica negli affari tra club.

Carlos Raposo, oggi.

Fingendo ripetuti infortuni, Raposo ha nascosto ai tifosi di tutte le squadre in cui ha militato le sue incapacità con i piedi. Prima dell’ingresso nei minuti finali di una partita, ha addirittura improvvisato una rissa con un tifoso, facendosi espellere prima della sostituzione. Il regista di Kaiser! – Il più grande truffatore della storia del calcio, Louis Myles, intervista il Raposo di oggi, un uomo di 56 anni malconcio, rimasto vedovo per due volte e che ha perso anche un figlio. Un uomo che si giustifica perché “tutti mi volevano bene, non ho mai fatto del male a nessuno”, ma che si guarda indietro con un po’ di tristezza e malinconia. La fortuna avuta per vent’anni è stata velocemente sotterrata dai dolori della vita.

Bebeto racconta i suoi ricordi legati al Kaiser.

Con un’intelligente alternanza tra documentario e scene di fiction che ricostruiscono gli anni gloriosi e i momenti più cruciali della truffa allestita da Raposo, Kaiser! – Il più grande truffatore della storia del calcio fa luce così su un caso calcistico che sembra appartenere a un altro universo rispetto al nostro presente, nonostante si tratti di una storia accaduta pochi decenni fa. E, di riflesso, racconta anche un Paese come il Brasile con le sue contraddizioni, tra divertimento, allegria e frammenti di anarchia assoluta…

  • VIDEO | Qui potete vedere il trailer di Kaiser:
  • Qui cinema e sport nella nostra sezione SportCorn

Lascia un Commento

Un estratto dalla locandina di Radio On, opera prima di Christopher Petit, manifesto della cultura britannica post-punk di fine anni Settanta, al cinema dal 18 marzo con Lab80

VIDEO | Christopher Petit, Wim Wenders e il nuovo trailer di Radio On

VIDEO | Aaron Taylor-Johnson, J.C. Chandor e il primo sguardo a Kraven – Il Cacciatore