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Junji Ito Maniac | Ma cosa succede se le storie di Junji Itō sbarcano su Netflix?

Dalla pagina allo schermo: 20 storie del terrore del mangaka da gustare in streaming

Una scena di un episodio di Ito Maniac: Japanese Tales of The Macabre

MILANO – Se siete dei veri giappo-nerd, ovvero, se amate profondamente il Sol Levante, le storie di paura Made in Oriente e – soprattutto – siete anche divoratori compulsivi di manga, sicuramente il nome di Junji Ito vi sarà già noto. Classe 1963, il mangaka (letteralmente, autore di manga) Junji Ito è uno dei più noti nel panorama letterario giapponese a tema J-horror: il suo manga più famoso, Tomie, ha dato vita a ben nove produzioni cinematografiche. Sotto l’egida di Netflix, venti dei racconti di paura più contorti, disturbanti e inquietanti di Junji Ito prendono ora vita sul piccolo schermo nella serie tv anime Junji Ito Maniac: Japanese Tales of The Macabre, che trovate già disponibile sulla piattaforma in streaming. Ma cos’è esattamente e vale la pena vederla?

Junji Ito Maniac: Japanese Tales of The Macabre
Un’immagine di Junji Ito Maniac: Japanese Tales of The Macabre

Si tratta di un’opera antologica, un vero e proprio best of che dal bianco e nero della carta stampata si colora con la computer grafica dell’animazione televisiva, in una produzione che regala qualità tecnica (quasi) in egual misura alla finezza di una narrazione che dell’autore conserva ancora molto, seppur con i dovuti adattamenti della trasposizione. I venti racconti sono raccolti in dodici episodi della durata di circa venticinque minuti ciascuno, quindi un format perfetto per il binge watcher. Shinobu Tagashira (che insieme allo sceneggiatore Kurodo Sawada aveva già precedentemente collaborato alla Junji Ito Collection) e lo studio DEEN al character design riescono a dare una dimensione nuova ai personaggi degli incubi di Ito che, tuttavia, resta leggermente in penombra rispetto alla sceneggiatura vera e propria. L’anime non eguaglia il manga, in altri termini.

Un’altra immagine della serie

Ma per gli appassionati del genere, il cosiddetto J-horror, c’è tanta carne al fuoco, da gustare servita calda: i temi sono tanti e spaziano tra i generi e i sottogeneri dell’horror nipponico, strizzando l’occhio alle leggende underground e ai mostri della tradizione. Maledizioni, spettri, fenomeni paranormali, body horror, horror cosmico e case infestate rendono Junji Ito Maniac: Japanese Tales of The Macabre gotico e splatter, un concentrato di storie e topoi caratteristici della tradizione horror giapponese. Dunque non mancano i simbolismi più caratterizzanti, come la femme fatale più letale che mai (Tomie), i capelli neri lunghi e soffocanti, ma anche la bizzarria di certi eventi (come l’episodio su una misteriosa muffa che corrode la casa) e quel sottile ammiccamento al dark humor che colora alcuni dei racconti, molti dei quali si svolgono in appena una decina di minuti (e per questo, spesso, si risolvono frettolosamente, lasciando allo spettatore la sensazione di un cliffhanger non proprio ben riuscito).

Junji Ito Maniac: Japanese Tales of The Macabre
Una scena di Junji Ito Maniac: Japanese Tales of The Macabre

Al netto dei pregi e dei difetti di un’opera come Junji Ito Maniac, è sicuramente evidente ritrovare sia un’opportunità che una serie di limiti nella versione animata delle storie del mangaka. Dove la narrazione era impeccabile sulle pagine della carta stampata, spesso nella versione anime diviene ridondante nei dialoghi, eccessivamente artefatta, mentre di contro molte scene clou vengono caricate di tutta la potenza espressiva che l’animazione può dare ai personaggi. Per appassionati, una visione comunque necessaria.

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VIDEO | Qui il trailer di Junji Ito Maniac: Japanese Tales of The Macabre:

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