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Il Truffatore di Tinder | Un catfisher, le sue vittime e quella storia incredibile (ma vera)

Non conoscete Simon Leviev? Allora non dovete perdere il documentario disponibile su Netflix

Alla scoperta de Il Truffatore di Tinder
Alla scoperta de Il Truffatore di Tinder

ROMA – In due ore le emozioni che si susseguono sono diverse, ma una più delle altre monta in rilievo: la rabbia. Rabbia perché, oggi, è davvero assurdo ascoltare vicende come queste. Rabbia, soprattutto, perché nella vita reale i cattivi la fanno franca molto spesso e molto facilmente. In fondo, lo dicono le dirette interessate, protagoniste de Il Truffatore di Tinder: questa è la vita vera, non siamo in una commedia romantica. Già. Eppure, quel profilo Tinder, così come molti profili che risaltano sui social, suggeriva una cosa sola: fake. Nonostante questo, il sedicente milionario Simon Leviev è riuscito a raggirare centinaia di donne applicando sempre lo stesso modus operandi che, per l’appunto, viene analizzato con estrema precisione dal documentario Netflix diretto da Felicity Morris.

Cecilie Fjellhøy, una delle vittime de Il Truffatore di Tinder
Cecilie Fjellhøy, una delle vittime de Il Truffatore di Tinder

Ma andiamo con ordine. L’universo di Tinder è apparenza all’ennesima potenza, tutti fingono di essere qualcosa che non sono, puntando ad una cosa soltanto. Alcuni, però, uomini o donne che siano, cercano la storia d’amore perfetta, quella che hanno sempre immaginato. Molti restano delusi, altri (pochi) trovano una relazione duratura. Poi, purtroppo, escono fuori casi come quello di Simon Leviev che, costruendosi una vita fatta di alberghi lussuosi, jet privati, resort esclusivi, convince le vittime di essere l’uomo perfetto. Una volta confida di essere un agente segreto, un’altra ancora racconta di essere un noto commerciante di diamanti, oppure un business man israeliano che lavora sodo e si diverte in discoteca. Come se non bastasse gira con un bodyguard enorme, perché a detta sua c’è qualcuno che vorrebbe farlo fuori. Chi? Sedicenti “rivali in affari”.

Un frame de Il Truffatore di Tinder
Un frame de Il Truffatore di Tinder

Dunque, Il Truffatore di Tinder, costruito in modo efficace e dal ritmo serrato, pone il primo quesito: com’è possibile cascare in una trappola del genere? Come si può minimamente pensare che Simon Leviev (che non è nemmeno il suo vero nome…) possa essere il principe azzurro? Ci mancherebbe, le truffate sono truffate (e da quello che dice il documentario sono davvero tante), e non vogliamo soffermarci sui loro canoni di giudizio, ma è innegabile che ancora vengano sottovalutati i pericoli delle rete, in particolar modo quando appare lampante che un uomo dalla vita perfetta inizi a chiedere insistentemente soldi su soldi (grosse cifre) alle donne con cui stringe rapporto. Riassumendo, l’approccio è questo: una ragazza fa swipe-up a destra, Simon le paga l’aereo per una capitale europea, conseguenti promesse d’amore e, poco dopo, una sorta di inabissamento seguito da un’appello accorato: “ho bisogno di denaro, i miei rivali mi hanno rintracciato e ho la credit card fuori gioco ma… io ti amo, chiaro”.

Il Truffatore di Tinder
Sul jet di Simon

Sì perché Simon – mostra Il Truffatore di Tinder, che pian piano diventa reportage giornalistico – ha un domicilio in un quartiere periferico di Tel Aviv, ma passa la vita a bordo del suo aereo privato volando da una città all’altra: Londra, Olso, Amsterdam, Mykonos e via discorrendo. Ogni città più donne diverse che finiscono nella rete del catfisher in questione. Simon pare non avere nessun limite di spesa, proprio perché “gestisce” una sequenza di truffe a catena: paga la cena ad una donna con i soldi ottenuti da un’altra, che a sua volta è stata raggirata sfruttando soldi ottenuti da un’altra donna ancora. Un circolo vizioso e perverso in cui non c’è spazio per l’amore da favola, bensì solo per un raggiro sui cui, poco a poco, inizia ad indagare anche l’interpol, che conosce molto bene la faccia di Leviev.

Pernilla Sjöholm, altra vittima che racconta la sua esperienza nel documentario
Pernilla Sjöholm, altra vittima che racconta la sua esperienza nel documentario

Qui arriva l’altra domanda: come è possibile che Simon Leviev sia stato poi stanato solo grazie alla provvidenziale intuizione di una donna truffata? E soprattutto, possibile che alla fine si sia fatto solo cinque (!) mesi di prigione, per poi uscire e mettere in piedi (costosissimi) corsi motivazionali per aspiranti manager? Allora, dietro le domande, Il Truffatore di Tinder è un documentario che narra una storia vera in grado di far riflettere, portando alla luce l’epopea di un personaggio da cui stare a debita distanza. Alcune donne, come Cecille, sono rimaste marcatamente segnata dall’esperienza, nonostante abbiamo servito a Simon una freddissima (ma incompiuta) vendetta. E quindi fa ancora più rabbia sapere che lì fuori, su un jet ultra lussuoso, sta volando un perfetto signor nessuno tanto scaltro e meschino da far leva sui sentimenti, facendo abboccare all’amo ignare donne (e sì, anche un po’ ingenue…) in cerca del principe azzurro.

Qui il trailer de Il Truffatore di Tinder:

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