in

Un teatro, un’orchestra e Guerre stellari: cronaca di una serata piuttosto particolare

Al Teatro degli Arcimboldi con un’orchestra e il classico di Lucas del 1977. Ecco com’è andata

Immagine e suono: un momento di Guerre Stellari in concerto.

MILANO – Tutti conosciamo Guerre stellari, il classico del 1977, l’origine di tutto, spesso ripetiamo le battute a memoria, ci facciamo ancora coinvolgere e incantare da quel senso dell’avventura, dai personaggi, amiamo perfino farci terrorizzare dall’incedere della Morte Nera. Eppure il cult di George Lucas non avrebbe la stessa efficacia se non fosse stato musicato da John Williams con una colonna sonora entrata ormai nella leggenda. A ulteriore prova, ce ne siamo resi conto al Teatro degli Arcimboldi, a Milano, davanti alla proiezione con musica dal vivo proprio di Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza, la riproposizione della pellicola originale accompagnata dal concerto sinfonico della 21st Century Orchestra, che ha eseguito tutte le composizioni in sincrono con le immagini del film, minuto dopo minuto, passo dopo passo.

Un’immagine dell’evento Star Wars: A New Hope in concerto.

Un’esibizione che ha entusiasmato le centinaia di appassionati della saga, tra cui storici fan club (501st Italica Garrison e Rebel Legion Italian Base) e alcuni irriducibili cosplayers. L’orchestra diretta dal belga Dirk Brossé è riuscita a trasmettere la sontuosità e la complessità dei brani di Williams, e lo spettatore si è potuto finalmente rendere conto del dettaglio sonoro, della raffinatezza di una delle più belle ed emozionanti colonne sonore di tutti i tempi. Oltre allo score dei titoli di testa e di coda, enfatico, trionfale, l’occasione si è rivelata speciale soprattutto per la potenza di un passaggio musicale come Imperial Attack oppure per lo struggimento delle note che accompagnano la morte di Obi Wan Kenobi.

Un altro momento dell’orchestra di Brossé.

Una platea in estasi non ha risparmiato applausi, e così Brossé si è trovato dopo il finale piacevolmente costretto a riproporre il tema principale, questa volta senza immagini. E l’effetto è stato forse più grandioso, perché la capacità di Williams fu quella di comporre una sequenza di brani talmente magniloquente che vive indipendentemente dalla connessione visiva. E lo stesso Brossé ha indicato proprio la partitura, chiedendo al pubblico un applauso specifico dedicato, rimarcando e valorizzando la contiguità strettissima tra cinema e musica. «Finalmente sono riuscito a farti piacere Guerre stellari!», ha sentenziato un ragazzo alla sorridente fidanzata appena fuori dal teatro. Perché non esiste nulla di più soggettivo dei gusti personali, ma quando si tratta di arte allo stato puro è impossibile non trovarsi d’accordo.

  • Qui il trailer dell’evento

Lascia un Commento

Matteo Curallo

Matteo Curallo: «Dalle colonne sonore a Leonardo: il mio lavoro di artigiano della musica»

miracle workers steve buscemi

La strana coppia: Daniel Radcliffe e Steve Buscemi santi in paradiso in Miracle Workers