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Ma Golden Globe significa Oscar? No, non sempre…

Da Jim Carrey a Bugsy, non sempre l’equazione è matematica

Un adagio ormai ripetuto all’infinito tende a considerare i vincitori del Golden Globes come quasi certi trionfatori ai prossimi Oscar. Vero, molto spesso accade – da Forrest Gump e Titanic fino ad Argo – ma altrettanto spesso l’equazione si infrange contro logiche completamente diverse (i Globes sono votati da giornalisti stranieri della Hollywood Foreign Press Association) e numeri decisamente differenti (i Globes li votano in 93, gli Oscar in 6mila). Così, se tutti danno ora per certo che Gary Oldman dopo il Golden Globe per L’ora più buia finalmente vincerà il suo primo Oscar, non dimentichiamo l’assurda sorte di Jim Carrey, sei nomination ai Globes, due (indiscutibili) vittorie (per Truman Show e Man on the Moon), ma mai – mai, avete letto bene – nemmeno candidato agli Oscar.

Si dirà che proprio Carrey è l’eccezione che conferma la regola, e invece no, perché quando nel 1992 ai Globes tutti applaudivano Warren Beatty e il suo vincitore Bugsy, poche settimane dopo agli Oscar a trionfare sarebbe stato Jonathan Demme con Il silenzio degli innocenti, per non menzionare poi un’altra grande illusione come quella perpetrata ai danni di The Hours che dovette poi consegnare l’Oscar a Chicago, oppure a Leonardo DiCaprio che arrivò agli Oscar con il premio vinto per The Wolf of Wall Street e tutti i bookmakers a dare la sua vittoria per certa, ma ricordiamo tutti come andò a finire (sì, arrivò Matthew McConaughey). Insomma, Golden non significa Oscar e non è un caso se nel 1993 Gli spietati persero contro Scent of a woman prima che l’Academy facesse giustizia e ricordasse a tutti che Clint Eastwood era qualcosa di meglio di Martin Brest (senza offesa).

Vincitori e vinti si dirà, come sempre accade in queste lotterie, ma è curioso che in tutti questi anni proprio su un nome Golden e Oscar si siano trovati d’accordo: nell’elenco dei registi, nonostante le otto nomination (quattro e quattro) non figura mai tra i vincitori un signore di nome Stanley Kubrick. Insomma, Christopher Nolan può dormire sonni tranquilli.

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