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Gli indifferenti | Leonardo Guerra Seràgnoli e il cast raccontano il film

Dal romanzo di Alberto Moravia al cinema: la genesi di un adattamento. Il film in digitale su CHILI

gli indifferenti

ROMA – Gli indifferenti, il romanzo scritto nel 1929 da un giovanissimo Alberto Moravia rivive nell’omonimo adattamento cinematografico – disponibile dal 24 novembre su CHILI – firmato da Leonardo Guerra Seràgnoli. La storia della famiglia Ardego e della loro crisi finanziaria, metafora di una crisi umana e di valori. Collegati via Zoom da Roma, Parigi e Londra, il regista e il cast – Valeria Bruni Tedeschi, Edoardo Pesce, Vincenzo Crea e Beatrice Grannò – hanno raccontato la genesi del film, le difficoltà nell’adattare il romanzo all’oggi e gli elementi preziosi presenti nel testo per costruire i personaggi.

DAL ROMANZO AL FILM «La prima cosa che abbiamo notato rileggendo il romanzo è lo stato di precarietà, il senso di stare sull’orlo di un precipizio. Una sensazione molto presente anche oggi. È stato un lavoro lungo e approfondito che si è basato su due aree di ricerca. Da un lato l’evoluzione dei personaggi di Moravia che si sono riproposti in tanti altri suoi romanzi successivi con sfaccettature diverse. Dall’altro una riflessione interna sulla precarietà e in che modo risuoni oggi? Chi sono gli indifferenti del nostro tempo? Come si sono evoluti nella nostra contemporaneità?».
Leonardo Guerra Seràgnoli

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Leonardo Guerra Seràgnoli sul set de Gli indifferenti. Foto di Angelo Turetta

L’ADATTAMENTO «Adattare il romanzo all’inizio ha creato in me dei conflitti ma con Moravia mi sono sempre confrontato. Sentivo il peso di relazionarmi con un autore adattato da grandi registi ma sentivo anche una certa familiarità con lui. Ho cercato di trovare un dialogo con le sue opere e togliere l’angoscia da prestazione. Un lavoro duro e faticoso sopratutto nell’adattare e nel portare nel film in bagaglio culturale che Moravia ha inserito nel romanzo senza sovraccaricare il film. Trovare, cioè, un elemento di equilibrio». Leonardo Guerra Seràgnoli

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Una scena del film

GLI INDIFFERENTI OGGI «Io per prima devo prendere coscienza dell’egoismo che non ci fa guardare agli avvenimenti ingiusti o non prendere parte a delle lotte sociali o familiari. Questo egoismo e mancanza di emozione dovremmo ricordare quotidianamente che non porta felicità. Se avessimo in mente questa cosa saremmo tutti portati verso l’atro. È questo che porta alla felicità e lo dimentichiamo. Io per prima sono indifferente». Valeria Bruni Tedeschi

Valeria Bruni Tedeschi sul set. Foto di Angelo Turetta

LEO «Quello di Leo lo ritenevo un ruolo difficile. Leonardo abbiamo pensato venisse dalla provincia e avesse fame di status sociale, di salire di classe. Una sete di aristocrazia a cui non appartiene. Mi piaceva perché sulla carta potevo tirar fuori delle cose che non avevo mai fatto. É come un bambino non cresciuto che si prende con la forza quello che non può avere. Ho cercato di mettere più strati nella torta». Edoardo Pesce

Edoardo Pesce e Valeria Bruni Tedeschi. Foto di Angelo Turetta

IL ROMANZO «Il libro di Moravia dà agli attori informazioni eccezionali che non si hanno mai quando si legge una sceneggiatura, grazie ai monologhi interiori e ai dettagli della fisicità dei personaggi. Un romanzo così a propria disposizione per un attore è oro e avere un personaggio così perfetto è prezioso, non c’è che da lasciarsi scivolare in questi archetipi. Non ho giudicato il mio personaggio e se l’ho fatto non è stato dall’alto ma come giudico me stessa. Non mi sembrava una marziana, tutte le cose brutte di lei le riconoscevo». Valeria Bruni Tedeschi

Leonardo Guerra Seràgnoli sul set de Gli indifferenti. Foto di Angelo Turetta

LA NECESSITÀ DELLA CULTURA «Credo che quella che stiamo vivendo sia un’occasione mancata per i governi per dare posto alla cultura. Qualche giorno fa a mio figlio di sei anni e mezzo ho spiegato che non potevamo andare a comprare un libro perché erano aperti solo i negozi necessari. Mi ha risposto: “Ma non capisco mamma, i libri sono necessari”. La necessità della cultura sarebbe dovuta emergere. Durante il primo confinamento le persone hanno vissuto di libri e film. Il fatto che il film non esca al cinema all’inizio mi ha scioccata poi ho capito che in un periodo in cui la gente è bloccata con le proprie famiglie, un film così poteva essere catartico. E questo mi dà speranza». Valeria Bruni Tedeschi

  • Volete vedere Gli Indifferenti? Lo trovate su CHILI

Intervista a cura di Manuela Santacatterina:

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