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Giuseppe Cederna: «Ogni posto è una miniera, un viaggio al Quarticciolo tra Terzani e Whitman»

Whitman, Carver e Caproni, i luoghi, la poesia: l’attore racconta un piccolo grande cortometraggio

Giuseppe Cederna in una scena di Ogni posto è una miniera.

MILANO – Le parole, gli alberi. E poi le persone, i luoghi, le strade e quelle parole di Tiziano Terzani che, ad un certo punto, arrivano e miracolosamente sistemano tutto, regalando un senso a qualsiasi movimento: «Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare, darsi tempo (…) e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare». Giuseppe Cederna gira per il Quarticciolo, un quartiere di Roma, e crea Ogni posto è una miniera, un cortometraggio di ventidue minuti diretto con Simone Corallini e presentato a CinemAmbiente. Un’opera talmente piccola che diventa enorme, talmente preziosa che alla fine della visione, tra citazioni e omaggi, da Caproni a Lamarque, si sente il bisogno di ricominciare. «E la sfida era proprio questa: raccontare un luogo e farlo sentire», commenta l’attore dall’altro capo del telefono.

Giuseppe Cederna in un momento di Ogni posto è una miniera.

I LUOGHI – «Doveva essere una cosa piccola, girata velocemente, poi invece è diventata tutto questo grazie anche al lavoro di Simone (Corallini, nda). È stata l’occasione per esercitare il mio mestiere di narratore di luoghi e camminatore. Da anni faccio uno spettacolo, che non è nemmeno un semplice spettacolo, in luoghi diversi e con nomi diversi: può chiamarsi Di passi e di respiri come Storie in cammino. Porto in un posto un gruppo di persone, da 30 a 120, e lo racconto attraverso le parole, spiegando che in quelle due ore attraverso le poesie e attraverso i passi, saremo tutti un po’ diversi. Non è una passeggiata, ma quasi una forma di meditazione. E anche in Ogni posto è una miniera la sfida era come raccontare un luogo e farlo sentire allo spettatore».

Un angolo del Quarticciolo ripreso nel documentario. Notare la scritta sul muro.

IL QUARTIERE – «Il luogo non l’ho scelto io. Il Quarticciolo non mi appartiene, non lo conoscevo, ma l’idea era proprio quella di andare in un quartiere degradato socialmente e attraversarlo con poesie di Caproni, Terzani, Whitman, Carver, Lamarque e molti altri. Poesie, ma anche letture e scritti. Il senso era quello di compiere un piccolo viaggio. Occhi aperti, sensi e orecchie attive, come fossi in India, in Grecia, dentro un altrove che non conoscevo. La chiave iniziale è stata vedere i luoghi in modo diverso, a partire da quel bosco di lecci schiacciato tra i palazzi. Un angolo di verde abbandonato, eppure vivo e pulsante…»

Cederna e una rosa in un altro momento.

GLI AUTORI – «Ci sono Terzani, Carver, Lamarque, ma anche Mario Rigoni Stern, Mariangela Gualtieri, John Berger, Arundathi Roy e Warsan Shire, e c’è anche mio padre Antonio, con le sue parole sul degrado urbanistico. Visitare il Quarticciolo mi ha fatto pensare a lui, a quando spingeva i cittadini a rivendicare il diritto alla città, ad avere una società civile, equa e verde. Mio padre sembrava pessimista, ma aveva sempre speranza, combatteva sempre. Combatteva come sanno fare solo gli ottimisti. Ma come portare la poesia in un quartiere così? Come fossero fiori. Ogni tanto mi fermavo davanti alle finestre e chiedevo se potevo leggere una poesia. E la gente rimaneva colpita. Un luogo ha anche bisogno di essere riscaldato…».

«La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare…».

L’AMBIENTE – «Ogni posto è una miniera racchiude tante piccole verità. Come quella che a un certo punto leggo e che scrisse Giorgio Caproni: “L’amore finisce dove finisce l’erba e l’acqua muore. Dove sparendo la foresta e l’aria verde, chi resta sospira nel sempre più vasto paese guasto. Come potrebbe tornare a essere bella, scomparso l’uomo, la terra”. Una considerazione molto amara che Caproni faceva in Versetti quasi ecologici, addirittura nel 1972, e che oggi, nel momento storico che stiamo attraversando, risuona più attuale che mai…».

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  • Qui il trailer di Ogni posto è una miniera:

 

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