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Fire Island e una (riuscita) rom-com che mischia Jane Austen e l’orgoglio queer

Il film è diretto da Andrew Ahn. Protagonisti Joel Kim Booster e Bowen Yang. Su Disney+

Il banner di Fire Island
Il banner di Fire Island

ROMA – Un abbraccio fortissimo, un rosé di quart’ordine e lo spunto geniale che arriva direttamente dall’autrice romantica per eccellenza, Jane Austen. Rivedendo, rielaborando e decodificando Orgoglio e Pregiudizio in chiave queerness ed LGBTQ+, Andrew Ahn realizza Fire Island, ovvero una sorta di alternativa alle rom-com canoniche in cui si alternano esperienze, sensazioni, imprevisti. Come suggerisce il titolo, tutto gira attorno ad un’isola di fuoco, ovvero Fire Island Pines, isolotto separato da Long Island in cui abitualmente si riuniscono per le vacanze intere comunità gay. Tra loro, protagonisti del film, gli asiatici Noah (Joel Kim Booster, anche sceneggiatore) e Howie (Bowen Yang), che si uniranno ad altri ragazzi per una settimana all’insegna di graffianti verità, risate e sfumature emozionali.

Già perché Fire Island, targato Searchlight e disponibile su Disney+, è più di tutto una sorta di celebrazione ironica del mondo queer asioamericano (e il cast è infatti composto quasi esclusivamente da attori asiatici, e troviamo anche un’icona come Margaret Cho, LGBT activist nonché apprezzata stand-up comedian), con una narrativa volutamente incentrata sulla passione e sull’entusiasmo, che vira dritta sui rapporti amorosi e amicali. Più in generale, l’isola di fuoco, che detta letteralmente l’umore del film, è il personaggio protagonista, colui che racchiude e enfatizza le dinamiche tra personaggi, finendo addirittura per avere l’ultima parola, un po’ come avviene – appunto – con la tenuta di Netherfield in Orgoglio e Pregiudizio.

I richiami ci sono e sono palesi, anche se Fire Island ha, ovviamente, una sua identità e un soggettivo estro. A cominciare dall’ottima messa in scena di Andrew Ahn, costruita passo passo ad una sceneggiatura verbosa e fluente, che coglie gli aspetti puri della cultura queer senza limitazioni o (ci mancherebbe) pre-giudizi semplicistici. Il tutto splendidamente supportato dalla granulosa fotografia di Felice Vara de Rey e, in particolar modo, dalla colonna sonora di Jay Wadley che mischia toni classici a riverberi contemporanei. Perché poi Fire Island è questo: un sorprendente incontro ultra-generazionale e ultra-narrativo, in cui i flussi contemporanei si legano miracolosamente con l’avanguardia neoclassica.

Qui il trailer originale del film:

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