TAVOLARA – «Prima di qualche settimana fa, credevamo davvero che non sarebbe stato possibile organizzare l’evento. Avevamo idealmente pensato di fare delle cose in streaming, evitando l’anno bianco, eppure, alla fine, ci siamo riusciti». A parlare è Marco Navone che, insieme a suo fratello Augusto, ha fondato nel 1991 l’ormai storico Festival di Tavolara. La rassegna, quest’anno, compie trent’anni e, se pur in forma “distanziata”, viene festeggiata con un programma decisamente interessante che culmina il 19 luglio con la proiezione speciale de La Dolce Vita, in occasione dei 100 dalla nascita di Federico Fellini.

«Tavolara ha una genesi particolare», racconta Marco Navone ad Hot Corn, «in quanto mio fratello fu contattato per creare, agli inizi del 1990, l’area marina protetta di Punta Conda Cavallo. La cosa scatenò delle ire, dato che si temeva una sorta di campo indiano inaccessibile ai turisti. Eppure, mettemmo insieme un progetto culturale, ideando una rassegna cinematografica in piazza. Chiamammo Fabrizio Bentivolgio, Margherita Buy e Sergio Rubino. Fu un successo e da lì, da questa motivazione ambientale, nacque tutto». Il Festival di Tavolara, sotto la direzione artistica di Piera Detassis (in collaborazione con Viviana Gandini, Claudia Panzica e Emanuele Degortes), si dirama tra Porto San Paolo e la stessa Isola di Tavolara, fino all’Hotel Ollastu di Olbia, dove si tengono gli Incontri di Cinema condotti anche quest’anno da Geppi Cucciari.

L’edizione 2020, naturalmente, si tiene in ottemperanza a tutte le prescrizioni sanitarie relative al distanziamento e alla sanificazione degli ambienti e tutti gli eventi saranno accessibili previo acquisto di biglietto (li trovate on line sul sito www.cinemaolbia.it). Ma come si organizza un Festival come quello di Tavolara? «La nostra è un’organizzazione che non si ferma mai. Per il programma completo e film, sostanzialmente, aspettiamo il listino di Cannes. Poi, selezioniamo titoli, registi, attrici e interpreti. Non è facile fare un festival in mezzo al mare, non andiamo in un cinema vero e proprio, e proprio per questo la macchina è sempre in moto».

Così, tornando a ritroso di questi primi trent’anni, chiediamo a Marco Navone, impegnato con gli ultimi preparativi in occasione della serata d’apertura, qual è il ricordo più bello legato al Festival: «Difficile scegliere un’edizione. Forse quella del 2008? Davvero ricca. Ma anche il 2009, con La Mamma Imperfetta di Pupi Avati. Gli anni successi anche Sky ha portato film e serie. Diciamo che ogni anno è una sorpresa». E quest’anno? «Apriamo in piazzetta Gramsci, con un concerto di Neri Marcorè, storico volto del festival, che interpreta i brani Fabrizio De André, dopo c’è il documentario Faber in Sardegna di Gianfranco Cabiddu», continua Navone, «Ma ritroveremo anche Jasmine Trinca con La Dea Fortuna, ovviamente Federico Fellini, omaggiato poi con una mostra fotografica, e sarà proiettato Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti, uno degli ultimi film a uscire in sala prima del confinamento, e uno dei primi a tornare sul grande schermo…».
Lascia un Commento