ROMA – L’ultima volta che abbiamo visto, rigorosamente via Zoom, Chloé Zhao – lunghi capelli neri e una felpa con volti di cagnolini – è stato a Venezia77 dove lo scorso settembre ha presentato il suo Nomadland, vincitore di tre premi Oscar (Miglior film, Miglior Regia e Miglior attrice protagonista) e disponibile su CHILI dal 28 giugno, che l’hanno fatta entrare di diritto nella storia degli Academy (seconda regista donna a vincere per la Miglior Regia dopo Kathryn Bigelow per The Hurt Locker). Un film nato dal libro Nomadland – Un racconto d’inchiesta di Jessica Bruden e con protagonista Frances McDormand nel ruolo di Fren, sessantenne americana che, dopo aver perso marito e lavoro a causa della Grande recessione, decide di mettersi in viaggio verso ovest e condurre una vita da nomade a bordo del suo furgone.
L’INIZIO «Il libro aveva già fatto una grande ricerca, avuta la benedizione di Jessica siamo partiti da lì. Abbiamo ascoltato le loro storie e si sorprendevano del fatto che volevamo farlo. Frances ė molto più di un’attrice, li trattava come se fossero loro i veri divi. Abbiamo trascorso molto tempo insieme, anche solo noi due. Non volevamo che il film sembrasse una grande produzione di Hollywood, volevamo inserirci nella comunità di nomadi».
LA COMUNITÀ «Con Nomadland è la terza volta che mi ritrovo in una comunità che non è la mia. Credo che come approccio parlare di politica non funzioni, voglio trovare le cose che mi possano far relazionare con loro e non dividere perché non scegli chi incontrare quando vivi come nomade. Se ti si rompe la macchina devi sapere che troverai un amico pronto ad aiutarti, anche se magari voterà un Presidente diverso dal tuo. Devi comunque cercare di creare una comunità».
FREN «Ci siamo basate su un libro in cui si parla di donne che hanno passato tutta la vita in casa e che a un certo punto hanno deciso di mettersi in viaggio. Fren è una vera nomade nel suo cuore. La sua è una vera ricerca sulla strada per fare scoperte che in casa non farebbe».
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