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Casey Affleck: «Io, tra Light of my Life e quell’eredità da lasciare ai miei figli»

Il regista e attore ha presentato a Roma il suo nuovo film. Al cinema? Dal 21 novembre

Casey Affleck e Anna Pniowsky sul set di Light of my Life

ROMA – «La suspance che c’è nel film non viene solo dalle minacce. Qui c’è una bolla che si rompe, tra l’esterno e l’interno, di questo padre e di questa figlia. E sappiamo quanto è pericoloso il mondo, lì fuori». Lo riassume così Casey Affleck il suo Light of my Life, seconda (riuscita) regia, a dieci anni dalla folgorazione di Joaquin Phoenix – Io Sono Qui!. L’attore e regista, arrivato a Roma, insieme alla giovane co-protagonista Anna Pniowsky, racconta la genesi della pellicola, le sue ispirazioni e la forte influenza che ha avuto una certa letteratura distopica per la sceneggiatura, che ha iniziato a scrivere un decennio fa. Infatti, Light of my Life (in sala dal 21 novembre), ha per protagonisti un padre e sua figlia, sprofondati in un’apocalisse che ha eliminato (quasi) tutte le donne del mondo.

Casey Affleck e Anna Pniowksy a Roma

IL FILM «La storia? Ho iniziato a pensare al film quando ero già papà. Il racconto si è sviluppato poi in modo organico, rendendomi conto che il mio personaggio parla a sua figlia in due modi diversi, che poi sono il fulcro della narrazione: c’è l’infanzia e c’è l’adolescenza. Il resto, è arrivato pensando all’Arca di Noè, che raccontavo ai miei figli prima di andare a dormire. Mi sono fissato sulla società contemporanea. Nel girarlo, poi, ho capito che il film parla essenzialmente di lasciare andare le persone…».

Casey Affleck sul set del film

L’APOCALLISE «Un mondo senza donne? Sarebbe tremendo. E anche per questo ho voluto ambientare il film in questa apocalisse connessa ai personaggi. Se parli di zombie e famiglie, l’unione è labile, e per questo nel film viene fuori il rapporto tra un padre e sua figlia. Noi proteggiamo i nostri figli dai pericoli, e se non possiamo difenderli, facciamo sì che siano in grado di difendersi da soli».

Una scena del film

ANNA PNIOWSKY «Ha mandato un video registrato, mentre facevamo i provini. Anna (Pniowsky ndr.) si è diversificata da tutte. Ha qualcosa che è impossibile ritrovare, ti chiedi cosa pensa quando recita, perché non dice solo le battute, ma raggiunge un livello recitativo incredibile. Anna ha tutte le qualità per far si che diventi una grandissima attrice, avrà una lunga carriera».

Padre e figlia

GUS VAN SANT «Quasi vent’anni fa girai Gerry, con Gus Van Sant. Era ambientato nel deserto. La sera faceva freddo, e ricordo che chiedevo a Gus che film fosse. Non mi rispondeva, anzi, mi diceva che i temi della storia dovevano venire fuori da soli, che un film deve essere raccontato strada facendo. E per Light of My Life, quando ho cominciato a scrivere la storia, ho immaginato tutto, ho ragionato su cosa volevo realizzare, e ho ripensato a Van Sant, buttando giù esperienze della mia vita insieme che avevo passato insieme ai miei figli. Così i temi del film sono venuti fuori da soli…».

Casey Affleck e Aanna Pniowsky

IL DESTINO «Le mie ispirazioni? Ne ho avute varie. Da I Guerrieri della Strada di Joe Dever a Io Sono Leggenda, oppure a Witness – Il Testimone, per il rapporto tra adulti e bambini. In quei film, i quei libri, che trattano futuri aberranti, rimane solo l’essenza delle persone senza tutto il resto. E non so perché c’è la tendenza nel realizzare questi storie distopiche, ma c’è la sensazione che sotto ci sia un destino tragico, cosa che almeno oggi ritrova le sue ragioni…».

Light of my Life

L’EREDITÀ «La Strada di Cormac McCarthy? È tra i libro preferiti. Una volta mandai una lettera Cormac, e mi venne a trovare sul set insieme a sua moglie, mi parlava di questo suo libro che stava scrivendo, La Strada. Ho amato molto il suo libro, e sul set ho evitato tanto, per non copiarlo. Ma se vuoi essere originale sul set l’importante è seguire il tuo cuore. Da molte cose ho tratto ispirazione, e sono grato a tutti loro. Se dovessi scegliere tra attore e regista? Sono due cose diverse, mi piace essere nella storia di altri, come mi piace raccontare le mie di storie. Come se fossero qualcosa che lascerò ai miei figli e agli altri».

Qui il trailer di Light of my Life:

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