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Cannes? Comincia su Instagram | Avvistamenti e selfie, da Elle Fanning a Selena Gomez

Da una parte gli scatti ufficiali, dall’altra centinaia di immagini social. Benvenuti a Cannes

Elle Fanning a Cannes alle prese con la prova autografi.

CANNES – Come sempre sulla Croisette cominciano due percorsi paralleli di comunicazione: da una parte dichiarazioni ufficiali e immagini controllate e rivedute, dall’altra invece migliaia di scatti casuali e immediati fatti da addetti ai lavori, fan e divi. Cannes riparte e – senza reiterare l’annosa questione dei selfie – ricomincia come sempre dall’immagine, che sia su grande schermo che su uno smartphone. E allora ecco Elle Fanning sbucare da una macchina o Amber Heard entrare al Martinez, mentre la giuria di Iñárritu posa invece composta e allineata.

Amber Heard al Martinez fotografata dai fan.

L’edizione numero 72 comincia molto prima della serata d’apertura, inizia dai primi scatti fatti per strada oppure dalle immagini rubate all’aeroporto di Nizza, una fame di immagini che giustifichi l’attesa, che glorifichi il tempo impiegato a sapere cosa succederà. I film possono aspettare, per il momento va bene tutto, anche un modesto selfie di Selena Gomez che – qui in Francia per The Dead Don’t Die alias I morti non muoiono, in Italia dal 13 giugno – posta tre selfie annoiati con un banale: «Hi Cannes, you’re very pretty». Non proprio Godard, insomma.

Il selfie di Selena Gomez in hotel a Cannes,

Basta poco, perché alla fine, polemiche o no, Netflix sì e Venezia no (oppure viceversa) tutti vogliono essere qui a Cannes, anche solo per un giorno, anche solo per un’ora, per dimostrare ai propri follower di esserci, per poterlo dire a tutti gli amici giornalisti che non conoscono la fatica del sopravvivere quotidiano sulla Croisette. Nel frattempo, Iñárritu e la sua giuria si rilassano e sorridono al photocall, zero stress di competizione, solo la gioia di vedere e osservare.

Iñárritu e Elle Fanning al photocall della giuria.

Rimane sempre lo stesso dubbio: e il cinema? Degli oltre cinquanta film visti l’anno scorso qui, molti sono finiti poi dispersi: ricordate Arctic con Mads Mikkelsen? Sparito. E Donbass di Sergei Loznitsa? Mah. E L’angelo del crimine di Ortega? Forse uscirà adesso, il 30 maggio in Italia, addirittura un anno dopo. Che senso ha? Non molto a dire il vero, ma ormai il ritmo è questo: sovrabbondanza per tener testa a altri festival, per dimostrare sempre di essere i migliori, di avere tutto. Unico dettaglio: non è detto che questo faccia bene al cinema.

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