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Army of Thieves | Un heist movie non convenzionale nell’universo di Zack Snyder

In attesa di Planet of the Dead, ecco la storia del famoso scassinatore Sebastian, alias Ludwig Dieter

Army of Thieves: Ludwig Dieter prima di Army of the Dead
Army of Thieves: Ludwig Dieter prima di Army of the Dead

MILANO – L’apocalisse zombie di Zack Snyder torna alla ribalta. Dopo il successo di Army of the Dead, che ha diviso critica e pubblico, e mentre attendiamo il sequel già in lavorazione, che si intitolerà Planet of the Dead, arriva su Netflix una sorta di prequel/spin-off: Army of Thieves. L’idea è quella di raccontare Ludwig Dieter prima del film originale. Lì lo vediamo abile scassinatore molto sicuro di sé, ma quali sono stati i suoi inizi? Diretto e interpretato da Matthias Schweighöfer e con Nathalie Emmanuel, Stuart Martin e Guz Khan, è un heist-movie che, piccoli difetti a parte, funziona sia come prequel del film di Snyder che come storia a sé stante da sviluppare.

army of thieves
Una scena di Army of Thieves

Prima dell’avventura negli Stati Uniti, Ludwig Dieter è un normale impiegato in una piccola città della Germania appena fuori Berlino. Le sue giornate scorrono seguendo una routine sempre uguale, di cui fanno parte anche i video sulle curiosità degli scassinatori che l’uomo registra e carica su You Tube. La sua vita cambia quando racconta una delle leggende che più affascinano gli scassinatori: quattro cassaforti ispirate alla tetralogia L’anello del Nibelungo e costruite da Hans Wagner. L’ultima, Il Crepuscolo degli Dei, è quella che riesce a scassinare nel film principale. Nella sua vita precedente Ludwig, il cui vero nome è Sebastian, viene reclutato da una banda per aprire le altre tre, custodite in altrettante banche in Europa.

Ludwig Dieter all’opera in Army of Thieves

I personaggi creati da Snyder in Army of Thieves funzionano come nei più classici heist-movie: ci sono l’hacker, il drifter, i muscoli e l’ideatrice, anche se qui ne sembrano più una parodia. Il vero punto di forza del film, che non manca di difetti nella lunghezza della storia e nel suo sviluppo, è il personaggio di Sebastian. Qui il suo modo di fare eccentrico è esasperato in una comicità che funziona e Schweighöfer ricopre perfettamente il ruolo del nerd che si ritrova coinvolto in qualcosa più grande di lui. Ci troviamo all’inizio dell’epidemia che ha trasformato Las Vegas in una città zombie e vediamo alla televisione le notizie che arrivano dagli Stati Uniti. La vediamo solo in lontananza, anche se i punti di contatto con Army of the Dead sono ovviamente numerosi, soprattutto il riallaccio a una delle scene iniziali del film di Snyder.

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Una scena di Army of Thieves

A dire il vero, c’è anche molta meno azione. Army of Thieves si perde presto tra commedia, dramma interni, romanticismo e genesi di eroe ed anti-eroe. Soprattutto se paragonato a molti altri heist-movies di successo (a cui la Nathalie Emmanuel che dà il volto a Gwendoline è avvezza dopo la permanenza in Fast & Furious), affronta il genere in modo non convenzionale. Il che non vuol dire che il film non sia riuscito, anzi. Un titolo del genere fa ben sperare a una possibile ulteriore espansione dell’universo narrativo creato da Snyder, dove anche le storie minori possono dare soddisfazioni. Il film di Schweighöfer è più sofisticato e sta con i piedi per terra, meno follia di Army of the Dead e meno esplosivo, ma riesce a dare pienamente senso al personaggio che abbiamo incontrato solo in superficie. Le cui sorti dopo il rovinoso finale, tra l’altro, sono ancora ignote.

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Qui potete vedere il trailer di Army of Thieves:

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