in

Da Alexandre Desplat a Ennio Morricone: la playlist di Hot Corn

Alcune delle migliori colonne sonore della storia degli Oscar scelte dalla redazione

1 – The Shape of Water – Alexandre Desplat. Da La forma dell’acqua

Nella sfida tra le composizioni orchestrali di Jonny Greenwood per Il filo nascosto e la partitura western di Carter Burwell per i Tre manifesti di Martin McDonagh, è stato il compositore parigino ha spuntarla, vincendo l’Oscar per La forma dell’acqua. Seconda statuetta dopo quella ottenuta per la colonna sonora di Grand Budapest Hotel. Flauto, fisarmonica e il fischiettìo di Elisa (Sally Hawkins) in sottofondo per un brano che si muove morbido come le onde del mare.

2 – I Still Can’t Sleep – Bernard Herrmann. Da Taxi Driver

Il debutto di Bernard Herrmann risale al 1941 quando Orson Welles gli affidò la partitura di Quarto Potere. Un inizio prestigioso alimentato da una carriera che l’ha visto legare il suo nome a registi del calibro di Alfred Hitchcock, François Truffaut e Brian De Palma. Anticipatore nell’uso di strumenti elettronici e dallo stile inconfondibile, Herrmann è morto la vigilia di Natale del 1975. Quello stesso giorno aveva concluso le registrazioni delle musiche di Taxi Driver di Martin Scorsese. La sua eredità è racchiusa nelle note di un sassofono accompagnate da una melodia jazz.

3 – Main Theme – John Williams. Da Guerre Stellari

Come l’incipit è fondamentale nei romanzi, per attrarre e incuriosire i lettori, anche nel cinema un’apertura incisiva può fare la differenza. Lo sa bene John Williams, leggendario direttore d’orchestra e compositore cinque Oscar, al quale va riconosciuto il merito di aver contribuito a rendere Guerre Stellari la saga più famosa di sempre. Come? Grazie al tema musicale principale, una composizione orchestrale dove fiati, archi e percussioni si alternano evocando tutta l’epicità delle storie ambientate in una galassia lontana lontana…

4 – America – Leonard Bernstein. Da West Side Story

I titoli di testa firmati dal genio raffinato di Saul Bass e le musiche composte da Leonard Bernstein. Già da soli questi due elementi bastano a rendere l’adattamento del celebre musical di Broadaway un’opera imperdibile. L’amore impossibile di Maria (Natalie Wood) e Tony (Richard Beymer) e le rivalità tra Jets e Sharks fanno il resto. Tra i tanti momenti, abbiamo scelto il duetto tra Anita (Rita Moreno) e Bernardo (George Chakiris). Un botta e risposta attualissimo, con pregi e difetti dell’America delle opportunità e del razzismo cadenzati al ritmo latino della chitarra e delle percussioni.

5 –Mia & Sebastian’s Theme – Justin Hurwitz. Da La La Land

Quando si parla delle musiche del film di Damiel Chazelle tutti pensiamo subito al duo di parolieri Pasek e Paul (ve ne abbiamo parlato qui). Ma, in realtà, la partitura è opera del compositore californiano Justin Hurwitz. Per omaggiare il suo lavoro abbiamo scelto il tema dei due protagonisti, Sebastian (Ryan Gosling) e Mia (Emma Stone), ripreso anche in apertura di Epilogue, brano che riavvolge la relazione dei due sognatori per regalargli un fittizio happy end. La sintesi perfetta di tutte le citazioni e i riferimenti che Hurwitz ha disseminato nello score, dal jazz alla vecchia Hollywood.

6 – Journey to the line – Hans Zimmer. Da La sottile linea rossa

Altro nome imprescindibile quando si parla di compositori è quello del tedesco Hans Zimmer. Da Rain man alla trilogia de Il cavaliere oscuro fino a Blade Runner 2049 e Dunkirk, Zimmer ha attraversato la storia del cinema con le sue colonne sonore. Oscar per Il Re Leone 1995, il compositore tre anni dopo viene scelto da Terrence Malick per lavorare alle musiche de La sottile linea rossa. Oltre sei ore di registrazione che il regista chiese fossero completate prima dell’inizio delle riprese. Journey to the line, grazie alla sua atmosfera solenne e tesa, è diventato un classico tanto da essere inserito nei trailer di altri film, da Pearl Harbor a 12 anni schiavo.

7 – Feather Theme -Alan Silvestri. Da Forrest Gump

Robert Zemeckis ci ha regalato tanti film entrati a far parte della cultura popolare collettiva. Forrest Gump è uno di questi grazie al suo protagonista con il quale abbiamo attraversato trent’anni di storia americana, dalla guerra in Vietnam all’incontro con John Lennon. La colonna sonora spazia da Hank Williams ai Beach Boys, dai Doors a Bob Dylan ma su tutti questi brani è la melodia del piano composta da Alan Silvestri a essere riuscita a diventare l’equivalente musicale della petite madeleine di Proust. Lieve e accogliente, come il ragazzo dell’Alabama interpretato da Tom Hanks.

8 – Brokeback Mountain I – Gustavo Stantaolalla. Da I segreti di Brokeback Mountain

Leone d’oro a Venezia nel 2005, il film diretto dal regista taiwanese Ang Lee si portò a casa un considerevole numero di premi tra cui anche tre Oscar, di cui uno per la miglior colonna sonora. A comporla l’argentino Gustavo Stantaolalla capace di catturare con le semplici note della chitarra l’atmosfera di un’America rurale e delle montagne del Wyoming che hanno fatto da sfondo all’amore segreto di Ennis e Jack, i due cowboy interpretati da Heath Ledger e Jack Gyllenhall.

9 – L’ultima diligenza per Red Rock – Ennio Morricone. Da The Hateful Eight

In fatto di colonne sonore la filmografia di Tarantino non è seconda a nessuno. Nel 2016, per il suo secondo western dopo Django Unchained, il regista è tornato a collaborare con Ennio Morricone. Come per le partiture dei film di Sergio Leone, anche qui il compositore ha utilizzato, in parte, brani scartati da altri lavori. Si tratta di tre tracce scritte per La cosa di John Carpenter e mai usate. Il resto delle musiche, che valsero al Maestro un Golden Globe e un Oscar, sono composizioni orchestrali dove, come nel caso de L’ultima diligenza per Red Rock, archi e fiati si inseguono e sovrappongono per creare un’atmosfera di cupo e imminente pericolo. L’ennesima meraviglia firmata Morricone.

10 – Kiss The Girl – Alan Menken. Da La Sirenetta

Se leggendo quest’ultima posizione qualcuno dovesse storcere il naso… beh speriamo di farlo ricredere. Perché? Alan Menken è un compositore fantasioso e brillante e la score de La Sirenetta ne è la prova. Il cartoon diretto da Ron Clements e John Musker e basato sull’omonima fiaba di Hans Christian Andersen con protagonista Ariel, la principessa sirena, segnò l’inizio del Rinascimento Disney. La sua colorata colonna sonora, per la quale Menken vinse uno dei suoi otto Oscar, fu parte integrante della rinascita. Il brano che abbiamo scelto è quello orchestrato e intonato da Sebastian, il direttore d’orchestra granchio doppiato da Samuel E. Wright, per convincere Eric a baciare la ragazza senza voce. Percussioni, violini e cori per un brano che se inciso negli anni ’50 avrebbe scalato le classifiche musicali dando magari filo da torcere a gruppi come i Four Season.

Lascia un Commento

Highlander: Ecco quando vedremo il reboot

Black Mirror 5: Netflix ha confermato la nuova stagione