in

A Chiara | La rivelazione Swamy Rotolo in una clip del film di Jonas Carpignano

Il film chiude la trilogia di Gioia Tauro iniziata con Mediterranea e proseguita con A Ciambra

Swamy Rotolo in A Chiara
Swamy Rotolo in A Chiara

ROMA – Applaudito nella sezione Quinzaine Des Réalisateurs al Festival di Cannes 202, passato poi al New York Film Festival e al Zurich Film Festival, designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI, è arrivato in sala A Chiara di Jonas Carpignano, film che chiude la trilogia di Gioia Tauro in Calabria iniziata con Mediterranea (2015) e proseguita con A Ciambra (2017). La storia? Il regista firma un racconto di formazione dolceamaro, mantenendo l’ambientazione calabrese e rivolgendo la macchina da presa verso Chiara (interpretata dalla rivelazione Swamy Rotolo, al suo esordio), una ragazza di 15 anni dalla vita apparentemente normale, divisa tra amici, palestra e una famiglia affettuosa. Quando suo padre (Claudio Rotolo) parte improvvisamente, Chiara inizia a indagare sui motivi che lo hanno spinto a lasciare la città. Inizia così il percorso di crescita di una giovane donna caparbia e volitiva, che si mette in cammino per trovare la propria bussola morale, fino a tracciare un percorso definito in equilibrio tra bene e male, conquistando così il proprio posto nel mondo e, soprattutto, la propria libertà. “All’inizio non avevo affatto in mente l’idea di fare un trittico” – spiega il regista Jonas Carpignano – “Ma ben presto ho capito che volevo realizzare tre film su tre aspetti di questa città. Il primo era la comunità africana, il secondo, questa comunità rom un tempo nomade, ma divenuta completamente sedentaria e insediata a Gioia Tauro. Infine, la ‘Malavita’, le persone coinvolte nell’economia sotterranea creata dalla mafia.”

  • NEWSLETTER | Iscrivetevi qui alla newsletter di Hot Corn!

Lascia un Commento

Francesca Archibugi: «Vivere, la mia commedia umana su quella grande famiglia…»

john lennon

Watching the Wheels | John Lennon e quell’utopia chiamata immaginazione