MILANO – A poche settimane dalla 77ª edizione dei Golden Globes che incoronerà le migliori serie tv dell’anno che si sta per concludere, anche noi di Hot Corn, raccogliendo il giudizio dei nostri giornalisti, abbiamo deciso di stilare una personale classifica degli show che più abbiamo amato nel corso dell’anno che sta per finire. E allora, dopo avervi raccontato i nostri film del cuore del 2019 (li trovate qui), ecco in ordine sparso i nostri Hot Corn Awards con la Top 10 delle migliori serie del 2019. Tra irresistibili cavalli depressi, vendicatori mascherati e sconvolgenti ricostruzioni storiche.
FLEABAG – STAGIONE 2 – Non esageriamo nel dire che Phoebe Waller-Bridge ha realizzato un lavoro eccellente con Fleabag 2, con gli ultimi sei episodi diretti da Harry Bradbeer che, da soli, costituiscono una guida per ogni aspirante sceneggiatore. Perché? Vi basterà vedere il primo episodio per rendervi conto di trovarvi davanti ad un piccolo capolavoro che ha scritto una pagina importante del piccolo schermo.
CHERNOBYL – Alcuni, a ragion veduta, hanno scritto che lo show HBO è la miglior serie tv di sempre. Il nostro giudizio? Chernobyl lascia semplicemente senza parole: una scrittura marmorea e la potenza strazianti delle immagini, la drammatica ricostruzione storica e la disperazione umana. Una serie che scuote e infuria, che commuove e lascia impietriti.
WATCHMEN – Damon Lindeloff e la sfida impossibile di dare un seguito al più grande fumetto di tutti i tempi. C’è riuscito? Sì (anche grazie all’aiuto di Dave Gibbons, disegnatore dell’opera datata 1987), mantenendo coerenti i personaggi creati da Alan Moore e, contemporaneamente, attualizzando la sceneggiatura in modo tale che rispecchiasse le paure e le incongruenze odierne. E poi Jeremy Irons è un Ozymandias perfetto.
SUCCESSION – STAGIONE 2 – Ideata da Jesse Armstrong e prodotta da Will Ferrell e Adam McKey, Succession è una delle grandi sorprese di questo fine decennio. Merito dei Roy, della loro guerra per il potere e del racconto (magistrale) dei suoi meccanismi. A svettare Kendall Roy, il personaggio interpretato da Jeremy Strong. Menzione d’onore per le musiche di Nicholas Britell.
EUPHORIA – Ancora HBO nella nostra top 10 delle migliori serie del 2019. E non potevamo non mettere uno degli show più discussi e amati dell’anno. E se cercate un motivo per vedere Euphoria, vi basti sapere che, tra raffinatezza visiva e innovazione, c’è una Zendaya talmente brava che sarà possibile restare indifferenti. Folgorante.
BOJACK HORSEMAN – STAGIONE 6 – Netflix, nell’annunciare l’ultima stagione di BoJack, ha fatto un regalo ai fan: l’ha divisa in due. Così, nella prima parte, si sottolinea l’importanza della consapevolezza, legata alle proprie azioni. Così ritroviamo i toni a cui la serie ci ha abituato, mischiando generi ed umori, ironia e dramma senza mai dimenticare riferimenti al presente. Con un pensiero: BoJack ha cambiato la tv e, un po’, ha cambiato anche noi.
UNDONE – Raphael Bob-Waksberg, dopo aver creato BoJack Horseman, è tornato ad affrontare temi come lutto, disturbi mentale, depressione e senso di colpa riuscendo, con Undone, a trovare il modo giusto per raccontarli e, allo stesso tempo, realizzare una nuova rivoluzione nell’animazione televisiva per adulti. Una serie straordinaria.
WHEN THEY SEE US – Central Park, New York, gli Anni Novanta. La storia drammatica (e vera) dei cinque ragazzi accusati ingiustamente di un crimine mai compiuto, portata sul piccolo schermo da Ava DuVernay. Una delle migliori serie del 2019, incredibilmente ignorata ai Golden Globes.
MINDHUNTER – STAGIONE 2 – Può una seconda stagione essere uguale o superiore alla prima? Certo, se i protagonisti sono due personaggi come Ford e Tench, tornati a due anni di distanza per un secondo capitolo che scava ancora più a fondo nella psicologia dei protagonisti, siano essi agenti speciali, vittime o criminali.
THE OA – STAGIONE 2 – La cancellazione, da parte di Netflix, della serie creata da Brit Marling e Zal Batmanglij è stata un colpo basso per i fan di The OA. Un’opera che mette in discussione il concetto stesso di serialità per creare un’esperienza visiva ed emotiva unica grazie alla storia della sua protagonista, Prairie. Un racconto vertiginoso, assurdo, onirico e commovente.
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