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Strappare lungo i bordi, Zerocalcare o di come scrollarsi il peso del mondo dalle spalle

Sei episodi perfetti, divisi tra ironia e commozione, per un racconto intimo e universale. Su Netflix

Strappare lungo i bordi
Strappare lungo i bordi

ROMA – Quando Zerocalcare faceva le medie temeva di aver deluso le aspettative della sua insegnate di matematica. Tutta colpa delle divisioni ad albero e delle frazioni. Da quel giorno non fu più il cocco della Professoressa Mazzetti, disperata per quel suo brillante studente che fino al precedente quadrimestre andava così bene. Quando, lo scorso ottobre, il fumettista romano ha presentato alla Festa del Cinema di Roma Strappare lungo i bordi, la sua prima serie animata prodotta da Movimenti Production in collaborazione con Bao Publishing e disponibile su Netflix, la (sua) paura di deludere le aspettative di chi quella serie l’aveva tanto attesa era palpabile. Ma Zerocalcare può mettere da parte l’ansia perché Strappare lungo i bordi le aspettative le ha addirittura superate.

Strappare lungo i bordi
Zerocalcare, Sarah e Secco in una scena di Strappare lungo i bordi

Sei episodi da quindici minuti (se dovessimo trovargli una “pecca” sarebbe questa, perché avremmo voluto fossero e durassero molto di più) in cui Zerocalcare spazia dalla sua infanzia ai giorni nostri in un racconto ricco di flashback e digressioni mentre lui, Sarah e Secco si trovano su un treno per affrontare qualcosa di molto complesso con cui fare i conti. Dentro c’è tutto un mondo fatto di ricordi e riflessioni capace di farvi scoppiare in risate di cuore e lasciarvi davanti lo schermo ammutoliti e commossi fino alle lacrime. In poche parole dentro Strappare lungo i bordi c’è la vita. Quella di Michele Rech ma anche la nostra.

Alice e Zerocalcare

E non necessariamente di chi è nato negli anni Ottanta e potrà quindi per un mero fattore generazionale rispecchiarsi nei riferimenti al G8 o nei pomeriggi passati su MSN, ma anche di chi condivide quel modo di approcciarsi all’esistenza, di chi si sente il peso del mondo sulle spalle, la sua coscienza pronta a giudicarlo – che qui ha, ovviamente, le sembianze dell’Armadillo e la voce di Valerio Mastandrea), ed era convinto che nella vita bastava seguire «la linea tratteggiata di ciò a cui eravamo destinati e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere» per poi rendersi conto che non siamo altro che «forme frastagliate».

Strappare lungo i bordi
Zerocalcare e l’Armadillo in Strappare lungo i bordi

Strappare lungo i bordi ha la capacità di sintetizzare un sentire e situazioni comuni (insomma, chi di voi non ha mai passato minuti interminabili a scegliere tra una classica margherita e una pizza “sto cazzo” o non ha mai avuto una botta di vittimismo?) restando al tempo stesso un’opera profondamente intima. È così che la serie entra a pieno titolo tra le migliori produzioni d’animazione per adulti e segna un importante passo per il percorso artistico di Zerocalcare che dal passaggio dalle strisce dei suoi fumetti al movimento animato dimostra di sapere come si dirigere aprendo(si) nuove strade creative.

La video intervista a Zerocalcare è a cura di Manuela Santacatterina:

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