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Ordinary Joe | La bella faccia di James Wolk per una serie che spiega il destino

Lo show in 13 episodi targati NBC è disponibile su Sky Serie e NOW. Com’è? Deliziosa, pop e rassicurante

Ordinary Joe e l'imprevedibilità della vita
Ordinary Joe e l'imprevedibilità della vita

MILANO – Vi siete mai chiesti cosa sarebbe stato della vostra vita se in quel preciso istante aveste fatto una scelta diversa? È questo lo spunto alla base di Ordinary Joe, la nuova serie in tredici episodi disponibile su Sky Serie e in streaming su NOW creata per NBC da Russel Friend e Garrett Lerner. Doveroso specificare per il pubblico italiano che in Nord America l’espressione “ordinary Joe” allude all’uomo qualunque, all’americano tipo: pensatelo un po’ come il nostro Mario Rossi. E Joe Kimbreau (James Wolk) è infatti un ragazzo qualunque che, nel giorno della sua laurea alla Syracuse University, viene messo davanti ad una scelta: andare a cena con i suoi, raggiungere al mare l’amica di sempre Jenny (Elizabeth Lail) o approfondire la conoscenza di Amy (Natalie Martinez), incontrata quello stesso giorno. Potrebbe sembrare una scelta come un’altra ma, come in fondo accade per ogni decisione della nostra vita, sarà determinante del futuro corso degli eventi.

ordinary joe
James Wolk è Joe Kimbreau

Ci si proietta, infatti, ai dieci anni successivi in cui il Joe che ha seguito i suoi è diventato un poliziotto come da tradizione di famiglia, il Joe della vacanza al mare ha avuto con Jenny un figlio in sedia a rotelle, ma è prossimo al divorzio, mentre l’altro Joe ha inseguito il suo sogno di diventare un cantante di successo, sempre accompagnato dall’amore della sua Amy. Fin dai primi episodi della serie abbiamo molto apprezzato la credibilità nei diversi scenari. Il fatto che Joe abbia fatto scelte diverse non implica, infatti, che certi eventi non si verifichino comunque nelle tre diverse storie: un esempio su tutti, di cruciale importanza, la rimpatriata degli amici di università a dieci anni dalla laurea. Ed è questa la carta vincente di Ordinary Joe: il non stravolgere totalmente eventi “estranei” alla volontà di Joe, ma i cui modi di affrontarli vengono inevitabilmente ricalibrati sulle peculiarità delle sue diverse esistenze.

ordinary joe
Una scena della serie

E proprio perché le persone che orbitano nell’universo di Joe non cambiano, chissà che alcune cose non siano comunque destinate ad accadere, seppur in circostanze dissimili. In questo senso Ordinary Joe sa essere una visione piacevole e talvolta confortante: dopotutto tutte le scelte portano a conseguenze così imprevedibili e sconosciute che forse a volte andrebbero prese e accettate con maggior serenità. La curiosità viene tenuta sufficientemente alta da continui colpi di scena e una giusta dose di mistero, favorita soprattutto dalla figura del Joe poliziotto. Come già nel noto riferimento cinematografico Sliding Doors, non si fatica a seguire le tre storie in contemporanea grazie ad una diversa fisionomia di Joe e, in questo specifico caso, a diverse tonalità cromatiche che identificano facilmente le diverse realtà senza disturbare la visione.

Elizabeth Lail e James Wolk in Ordinary Joe
Elizabeth Lail e James Wolk in Ordinary Joe

Per quanto l’argomento possa spianare la strada del dibattito e dell’elaborazione personale, Ordinary Joe vuole essere a tutti gli effetti un’opera di intrattenimento, anche con quel guizzo talvolta un po’ melodrammatico volto ad incontrare il grande pubblico. Queste diverse storie sembrano in fondo suggerirci che, per quanto ogni scelta possa cambiare il nostro futuro, non ve ne sono di giuste o sbagliate: siamo tutti immersi in una serie casuale di eventi che, incasellandosi tra loro e incrociandosi con altre esistenze, determinano inesorabilmente il destino della nostra vita.

 

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Qui il trailer di Ordinary Joe:

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