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Da Como fino ad Hollywood: il viaggio di Michele Caspani, tra Woody Allen e Julia Roberts

Nato in Italia ma trapiantato a Los Angeles. Un ragazzo e il suo sogno cinematografico diventato realtà

Michele Caspani e Darth Vader.

LOS ANGELES – «Mi sono innamorato del cinema a undici anni mentre guardavo la scena iniziale di The Hours: un montaggio elegante con la musica di Philip Glass» racconta Michele Caspani, che a Hot Corn dà appuntamento una mattina al Grand Central Market in Donwtown Los Angeles. Oggi che di anni ne ha 28, Caspani, originario del lago di Como, già vanta un’invidiabile gavetta come assistente per importanti produttori di Hollywood, col suo nome che compare nei credit finali di Cafe Society  di Woody Allen e nella nuova serie tv Amazon Homecoming, dove ha lavorato per Sam Esmail. «Il sogno è diventare un giorno io stesso produttore» spiega Caspani, che ha studiato alla University of Southern California.

Uno scatto dal dietro le quinte di Grandma Money.

LA MAGIA «Un film? È come una start up in cui si comincia affittando un ufficio vuoto dove far arrivare tutto, dalle scrivanie alla connessione internet e una volta finite le riprese bisogna rendere ogni cosa. Detto così sembra un mestiere tedioso e molte volte lo è, ma poi arriva il giorno in cui sei sul set e ti dimentichi di tutte le ansie, le e-mail sul budget e osservi dei fuoriclasse al lavoro. E così ti ricordi di quella magia che ti ha fatto innamorare del cinema».

Michele Caspani sul set.

LA PRODUZIONE «Da ragazzino sognavo di dirigere film, poi crescendo mi sono reso conto che il regista non è l’unico a decidere e che ogni pellicola è un lavoro di collaborazione. Presto ho capito come ad interessarmi fosse la produzione perché sono i produttori a trovare un progetto e far sì che sia realizzi. Ma nell’istante stesso in cui entri in contatto con quel mondo ti rendi anche conto che esistono un miliardo di tipi di assistenza e lavori che fino ad allora ignoravi. Un esempio? Il Dipartimento “Green” si occupa solo delle piante sul set…».

Sam Esmail e Bobby Cannavale sul set di Homecoming.

WOODY ALLEN «Mi sono reso conto che per fare carriera ci vuole un misto di opportunità, talento e fortuna. Le cose vanno di pari passo perché se sei pieno di talento ma non hai l’opportunità né la fortuna, allora sarà difficile farcela. Io ho avuto la fortuna di essere entrato in sintonia con la prima persona con cui ho avuto un meeting casuale appena laureato, una production supervisor che si era laureata anni prima al mio stesso master. Grazie a lei sono finito a lavorare come “office production assistant” in Café Society di Woody Allen».

Sul set di Cafè Society.

IL SET «Per Homecoming abbiamo lavorato negli studi della Universal, un luogo che trasuda storia. Entrare in un set è una cosa che tuttora mi dà i brividi. Da fuori sembra il tendone di un magazzino, poi entri e vedi la ricostruzione di una stanza, osservi la luce che filtra dalle finestre convinto sia quella del sole, invece giri l’angolo e ti imbatti in un enorme riflettore. È un’illusione pazzesca. Tutti pensano che la magia del cinema succeda solo in post produzione oppure che appaia solo attraverso l’obiettivo della telecamera ma l’arte di trasformare l’interno di un set in una casa vera, è davvero impressionante».

Julia Roberts sul set di Homecoming.

JULIA ROBERTS «Vedere Julia Roberts che fa Julia Roberts, fa un certo effetto. Lei è una vera artista nel suo mestiere e riesce a dare vita a uno script come nessun altro. La gente pensa che un bravo attore sia in grado di dire la stessa battuta cento volte con la stessa intensità. Al contrario, il talento di una fuoriclasse come la Roberts è quello di recitare la stessa frase con settanta sfumature diverse. Ricordo una scena in cui era a cena con il personaggio di Bobby Cannavale e doveva baciarlo. Ebbene, è riuscita a dare quel bacio un’infinità di volte senza mai ripetersi, io non riuscivo a credere ai miei occhi. Questo permette al regista in fase editing di avere una paletta molto amplia di colori con cui giocare».

Julia Roberts e Sam Esmail discutono una scena sul set di Homecoming.

MR. ROBOT «Mentre lavoravamo a Homecoming ci preparavamo per l’ultima stagione di Mr Robot, la mia prima. Entrambe le serie sono dirette da Sam Esmail e tanti della crew, come il direttore della fotografia e il production designer, sono gli stessi di Homecoming. Mi rincuora sapere che mi aspetta una famiglia non completamente sconosciuta. Inizieremo le riprese a gennaio a New York dove mi immagino una scena e un’energia molto diverse da quelle di Los Angeles. Dal momento che tutti gli executives sono qui in California e avremo tre ore di fuso di differenza, forse mi sbaglio, ma immagino vivremo una situazione del tipo “i genitori sono fuori città”. New York è un vero personaggio nella serie e sarà eccitante girare gli esterni ma anche partecipare all’ultima stagione che darà tutte le risposte agli spettatori… Tra l’altro Rami Malek ora è diventato una vera star».

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