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Halston | Ewan McGregor, lo Studio 54 e la prima superstar della moda americana

La miniserie Netflix creata da Sharr White racconta ascesa e discesa dello stilista statunitense

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ROMA – La Storia è fatta (anche) di immagini. Ne sa qualcosa Roy Halston Frowick che, nel tempo di una notte, si vide rivoluzionare la vita. 20 gennaio 1961: quell’icona di stile della neo First Lady Jacqueline Kennedy, all’Inauguration Day del marito John, indossava una doppia creazione (vestito e cappotto) disegnata da Oleg Cassini. A completare l’outfit un cappellino a tamburo dello stesso colore firmato da un giovane fashion designer, Halston. Un accessorio dalla linea geometrica lineare quanto studiata in ogni minimo particolare che fece innamorare ogni donna americana pronta a lunghe file pur di accaparrarsi una copia di quel cappello diventato un must have nel giro di ventiquattro ore. Il primo passo di una carriera che avrebbe contribuito a ridefinire la moda americana raccontata in Halston, le miniserie Netflix disponibile dal 14 maggio.

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Ewan MgGregor è Halston

Basata sul libro Simply Halston di Steven Gaines, la miniserie è creata dal drammaturgo di Broadway Sharr White, diretta da Daniel Minahan (Il trono di spade, House of Cards) e prodotta (anche) da Ryan Murphy. A prestare voce e corpo allo stilista dell’Indiana un inedito Ewan McGregor che, dopo la terza stagione di Fargo torna sul piccolo schermo in attesa di vederlo in Obi-Wan Kenobi il prossimo anno. Sei episodi che raccontano ascesa e discesa della prima vera superstar della moda americana, capace di attirare su di sé la stessa attenzione delle celebrità che vestiva. Cresciuto in Indiana, dove fin da piccolo realizzava cappelli per «rallegrare lo spirito» della madre, Halston ha poi dato vista a un impero da milioni di dollari che, come ci mostra la miniserie, molto spesso non ha saputo gestire, al punto da perdere il controllo sul suo nome.

Halston e lo Studio 54

Colpa di un doppio tallone d’Achille, alcool e droghe, che nella New York dei grattacieli e dei salotti esclusivi erano parte di una dieta fatta di eccessi e vizi. Dalla struttura narrativa classica – dall’infanzia difficile al successo fino alla caduta – Halston si regge sulle spalle del suo protagonista. L’attore scozzese brilla nei panni dello stilista del quale incarna lo spirito mostrandoci la trasformazione da fashion designer in ascesa a icona assoluta. Merito anche di un velo di bronzer sul viso, un paio di occhiali scuri, un dolcevita e di una parlata inconfondibile che hanno contribuito a creare un personaggio iconico al pari delle sue creazioni.

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Una scena della serie

Frequentatore abituale dello Studio 54 insieme alle amiche Liza Minelli (Krysta Roudriguez) ed Elsa Peretti (Rebecca Dqavan), Halston ha lasciato la sua firma anche tra le mura del leggendario nightclub di Midtown grazie ai suoi abiti dai tessuti innovativi, leggerissimi, moderni che fluttuavano sulle piste da ballo del locale. La miniserie ce ne mostra le intuizioni che hanno liberato le donne da abiti eleganti quanto rigidi per lasciare spazio a silhouette altrettanto raffinate ma votate a una libertà di movimenti che si rifletteva anche nelle trasformazioni culturali e sociali che attraversavano il Paese. Linee che gridavano un solo nome: Halston. Un nome perso sulla linea tratteggiata dei documenti ma al quale non è mai stata tolta la sua essenza.

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Qui potete vedere il trailer della serie:

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