ROMA – “Mi piacerebbe che la narrazione restituisse soprattutto due cose: da un lato lo sguardo de l’Arminuta, che è testimone suo malgrado, e dall’altro il magma incandescente dei sentimenti laceranti che questa storia contiene”. In occasione della presentazione alla Festa del Cinema di Roma 2021 de L’Arminuta abbiamo intervistato il regista Giuseppe Bonito e la co-protagonista Vanessa Scalera, che ci hanno raccontato com’è stato dirigere e interpretare l’opera tratta dal romanzo di Donatella Di Pietrantonio. La storia? Protagonista una ragazzina di tredici anni costretta a lasciare la vita cui appartiene per ricongiungersi alla famiglia in cui è nata, passando da un mondo moderno e ricco ad una realtà rurale e ancora arcaica. Uno straniamento in cui l’Arminuta, ossia la ritornata, dovrà attraversare il senso di abbandono per arrivare a scoprire quello di appartenenza. Una storia intensa e estrema che ha conquistato i lettori facendoli immedesimare in una ragazza che con rabbia e coraggio elabora dentro di sé il significato del rapporto genitori-figli, della maternità, dell’amore e dell’abbandono.
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Qui l’intervista a Giuseppe Bonito e Vanessa Scalera a cura di Damiano Panattoni:
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