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Thomas Vinterberg: «Un altro giro? La mia risposta alla razionalità delle nostre vite»

L’Oscar, la figlia, il suo film, tra perdita di controllo e libero arbitrio: il regista racconta il suo film

Thomas Vinterberg con l'Oscar per il miglior film straniero per Un altro giro.

ROMA – «Ida, questo è un miracolo e tu sei parte di questo miracolo. Forse hai tirato i fili da qualche parte. Non lo so. Questo è per te». Sono le parole, commoventi, pronunciate da Thomas Vinterberg mentre ritirava l’Oscar come miglior film internazionale per Un altro giro, parole in memoria di sua figlia Ida, scomparsa nel 2019 in un incidente a causa di un automobilista distratto dal suo smartphone. «Poche settimane prima, mentre era in Africa, le avevo mandato la sceneggiatura del film e lei mi aveva detto che sarebbe diventato un film incredibile…». Una storia dentro la storia per un film bellissimo che ha per protagonista un enorme Mads Mikkelsen nei panni di un insegnante che, insieme a tre colleghi, decide di provare una teoria secondo cui un costante stato d’ebbrezza porterebbe benefici nella vita di tutti i giorni. Un inno alla perdita del controllo – in arrivo in sala ora – come racconta lo stesso regista danese in quest’intervista.

thomas vinterberg
Sul set di Un altro giro: Vinterberg in azione.

Crede che, ogni tanto, le persone abbiamo bisogno di una spinta dall’esterno per essere abbastanza coraggiose da abbracciare la vita?

«Sì, certo. Con Un altro giro ho fatto un esperimento mentale: se Dio avesse creato un mondo senza alcool? Credo che, in qualche modo, troveremmo comunque l’ispirazione, che le persone si sposerebbero lo stesso anche se spesso lo fanno o si incontrano quando sono ubriache. Troveremmo comunque un modo. Ma l’alcool è quella piccola cosa che ingegna molte situazioni e decisioni interessanti nella vita…».

Mada Mikkelsen e Thomas Vinterberg sul set del film

Il film mostra come le cose possano prendere una piega spiacevole se si esagera con l’alcool. Per lei nella vita la moderazione è la chiave o è giusto perdere il controllo?

«Credo che, nel mio film, la perdita del controllo sia la chiave per stabilire quali fossero le dimensioni dell’assunzione di alcool. Parliamo di come la perdita del controllo faccia entrare in una stanza differente della propria vita. Specialmente nel tipo di vita che viviamo adesso dove tutto è così misurato, sotto controllo. Il mio telefono mi dice quanti passi faccio, mi dice cosa fare a qualsiasi orario. E i più giovani hanno piani stabiliti per le loro vite e la loro educazione, possiamo sapere dove si trovano in ogni istante. La stanza che apriamo quando portiamo la bottiglia alle nostre labbra è interessante. La stanza dell’incontrollato è quella in cui le persone si innamorano, vengono ispirate, da dove arrivano le idee. Ma è anche la stanza in cui le cose che non sarebbero dovute succedere all’improvviso accadono».

Thomas Vinterberg
Un momento sul set di Un altro giro

C’è una luce più brillante quando i protagonisti iniziano a sentirsi più sicuri di loro stessi mentre poi il film va in una direzione più dark. Come ha lavorato con il direttore della fotografia, Sturla Brandth Grøvlen?

«È una persona molto serena e sensibile. Avverte ciò che avviene in scena e lo segue. Tutto è girato a mano ma il nostro obiettivo per il film era di fotografare l’imbarazzo e la goffaggine della vita da sobri con suoni acuti, e movimenti sbagliati. Mentre quando Matt va in bagno e inizia a bere tutto doveva essere liscio e facile come quando un aereo prende il decollo. Tutto doveva diventare colorato e piacevole. Era la nostra ricetta!».

Thomas Vinterberg
Thomas Vinterberg sul set del film

Come ha lavorato sull’aspetto del film che sottolinea un legame tra Storia e alcool con il suo co-sceneggiatore, Tobias Lindholm?

«Prima di tutto abbiamo bevuto Coca-Cola durante la stesura della sceneggiatura (ride, ndr). Avevamo troppo poco tempo a nostra disposizione, troppi figli, troppe carriere da gestire… Insomma è stato un processo molto razionale (ride, ndr). E credo che tutto questo film sia una reazione alla razionalità delle nostre vite. Scegliendo dei professori come protagonisti abbiamo aperto delle porte sulla Storia, la Filosofia, la Musica e tutte queste possibilità nella vita. Quando abbiamo deciso che i nostri protagonisti sarebbero stati insegnanti, quello è stato il nostro punto di svolta nel processo. Parlando dell’incontrollabile, questa era solo un’idea. E un’idea non è qualcosa che pianifichi, è qualcosa che arriva, che ottieni, magari, attraverso un bicchiere di Coca-Cola Zero…».

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Qui potete vedere l’intervista a Mads Mikkelsen e Thomas Vinterberg:

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