MILANO – Un viaggio nella New York degli anni Sessanta, nel suo rock psichedelico e nel mondo visual che la animava. Un viaggio a opera di Todd Haynes che, dopo essersi già cimentato in film sulla musica – da Velvet Goldmine a Io non sono qui (che trovate su CHILI) –, firma ora il suo primo documentario, presentato a Cannes 74 e la cui uscita è programmata in autunno su Apple TV+. Di cosa parlerà il documentario? Semplice, di una delle band che in quegli anni ha dato forma al rock e lo ha rivoluzionato, i The Velvet Underground. Questo è anche il titolo dell’opera di Haynes che, ovviamente, non poteva non essere originale. Un documentario d’arte, se così vogliamo definirlo…

Haynes ha iniziato a lavorarci nel 2017, grazie anche alla collaborazione dei membri superstiti del gruppo rock, tra cui il co-fondatore John Cale. Realizzare un documentario sui The Velvet Underground non è cosa facile, così come catturarne l’essenza e l’avanguardia. Così, il buon Todd ha optato per una strada tutta sua. Anziché inserire pezzi di registrazione di loro concerti, come ci si aspetterebbe da un film del genere, ha optato per inserire i film che venivano proiettati sul palco alle loro spalle. Film che venivano creati ad hoc da Andy Warhol. Dopo la banana sulla copertina del loro primo album, Warhol aveva pensato a dei film sperimentali che fossero in linea con la musica della band, e girati proprio con i suoi componenti.

Un’opportunità anche per scoprire i lati più nascosti del misterioso frontman, Lou Reed, scomparso nel 2013. E soprattutto capire come quella band piena di contraddizioni, elegante e brutale allo stesso tempo, sognatrice e realistica, sia diventata un riferimento culturale per intere generazioni. Un’arte vicina sia a quella più concettuale che a quella di strada, che ha influenzato milioni di artisti. Sono passati cinquantaquattro anni da quel primo disco che, forse inconsapevolmente, ha cambiato tutto, da quel The Velvet Underground & Nico che ancora oggi è una musica senza tempo e continua ad affascinare e ipnotizzare.

L’intento di Todd Haynes non è mai stato solo quello di raccontare i The Velvet Underground, ma restituire al pubblico l’esperienza della loro musica nel contesto in cui è stata pensata e creata. «Abbiamo potuto giocare e immergerci in questo bellissimo capitolo dell’arte americana, e penso che nel film si veda. È contagioso», ha affermato il regista. Documenti ufficiali dagli archivi di Lou Reed, registrazioni inedite e testimonianze di Danny Fields e Jonathan Richman, e tanta buona musica. Completato nel 2019, la sua uscita è stata rimandata a causa della pandemia, The Velvet Underground può finalmente fare la sua comparsa, e noi siamo già pronti a perderci nuovamente nella loro musica. «Leave the wine-glass out, and drink a toast to never…».
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