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The Tender Bar | Una storia vera per un (bel) film sull’educazione sentimentale

Su Prime Video il film diretto da George Clooney, adattamento dell’autobiografia di J.R. Moehringer

Ben Affleck e Daniel Ranieri nel banner di The Tender Bar diretto da George Clooney
Ben Affleck e Daniel Ranieri nel banner di The Tender Bar diretto da George Clooney

ROMA – Scena dopo scena, o se volete pagina dopo pagina. Mentre la vita scorre inesorabile toccando lo spettro emozionale ed emozionante di un’epopea lunga quasi trent’anni. Un’epopea in cui immergersi, in cui scoprire sé stessi, con i sogni impolverati che per magia tornano a brillare come appena tolti dal cassetto. Può un libro fare questo? Può il cinema fare questo? Certo che sì. Ognuno recepisce come vuole (e come può) il messaggio, ma ciò che resta alla fine di The Tender Bar, ottava regia di George Clooney, che ha tratto il film dallo straordinario libro auto-biografico di J.R. Moehringer (Il Bar delle Grandi Speranze, ed. Pickwick), è la stessa di quella provata quando si torna nei luoghi dell’infanzia. Colori, odori, oggetti, suoni che inconsciamente hanno forgiato la nostra testa e il nostro cuore e che, nonostante gli anni, sono ancora lì ad indicarci la strada giusta da percorrere.

Lilly Rabe e il piccolo Daniel Ranieri in The Tender Bar. Photo Credits: Claire Folger
Lilly Rabe e il piccolo Daniel Ranieri in The Tender Bar. Photo Credits: Claire Folger

Così come il romanzo di JR – che vi consigliamo vivamente di leggere – anche la pellicola di Clooney distribuita da Prime Video gira attorno a diverse ed essenziali tematiche: la solitudine, la paura di crescere, la ricerca di una figura paterna, la mascolinità, il senso di inadeguatezza, le sfumature della parola famiglia. La storia, come detto autobiografica, ha per protagonista JR Moehringer (interpretato sia dal piccolo Daniel Ranieri sia da Tye Sheridan) che, prima diventare firma del New York Times nonché Premio Pulitzer e collaboratore di André Agassi per un libro fondamentale come Open, ha dovuto lottare e non poco per trovare il suo posto nel mondo. Nato nella contea di Manhasset, Long Island, figlio unico e con una madre single (Lily Rabe), JR è cresciuto con la voce di Frank Sinatra e con la voce di suo papà speaker ascoltata però solo alla radio, e veniva abbracciato idealmente dal suo luogo del cuore, ossia il Dickens diventato poi Publicans, bar gestito dallo zio Charlie (Ben Affleck).

Ben Affleck e Tye Sherindan. Photo Credits: Claire Folger
Ben Affleck è Zio Charlie e Tye Sherindan è JR. Photo Credits: Claire Folger

Oltre all’amore fortissimo di sua mamma Dorothy (ricambiato da JR in modo assai profondo), è proprio il Publicans, e le figure che lo frequentano, a fare di JR “un uomo”. Solo lì, nei momenti più difficili, riesce a respirare, a sentirsi libero. Sempre al bancone dello zio Charlie, ascoltando le mille storie degli avventori, JR trova l’ispirazione e la luce, il conforto e le motivazioni, la saggezza e l’incoscienza necessaria per affrontare un’intera esistenza: l’amore per la bella e impossibile Sidney (Briana Middleton), le partite dei NY Mets, gli studi a Yale, il primo lavoro in una libreria, e poi il ruolo di fattorino nella redazione del New York Times, segnando l’inizio ad una folgorante carriera da giornalista. E dunque il film di Clooney, illuminato dalla calda luce di Martin Ruhe, rispecchiando fortemente l’autobiografia di J.R. Moehringer – pur con diverse e naturali licenze poetiche – si fa cinema dolcissimo, portando al centro del film il ruolo nevralgico del racconto, valore assoluto sia per JR che per Clooney.

Una scena di The Tender Bar di George Clooney. Il film è su Amazon Prime Video
Una scena di The Tender Bar di George Clooney. Il film è su Amazon Prime Video. Photo Credits: Claire Folger

E dunque The Tender Bar, che dimostra la bravura (inspiegabilmente sottovalutata) di George Clooney anche come regista, è un film di sentimenti e di relazioni, un coming-of-age a regole d’arte ma anche una storia vera dal sapore nostalgico in cui potersi ritrovare. Sfumature passate, personaggi incredibili, l’essenzialità umana, immortalati in un microcosmo che odora di fumo e di birra. Leggendo il libro e poi vedendo il film, quindi, ci ritroviamo al Publicans al fianco di JR, lo teniamo per mano durante i momenti cruciali, e comprendiamo quanto la maturazione personale sia solo una questione di prospettive. E come per magia, ci scordiamo che il viaggio di J.R. Moehringer sia vero e appartenga a lui, facendolo invece nostro, sentendolo vicino e continuo. Educazione sentimenale, cadute, mancanze, il senso assoluto di “accudire” qualcuno. Un romanzo e ora un film che sono lo specchio di un tempo passato e di qualcosa che somiglia alla speranza, come quella che si cerca e, beffardamente, non si trova. Tranne che al bancone di un bar. Ovvio.

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Qui il trailer originale di The Tender Bar:

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