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Sul red carpet di Creed II con Michael B. Jordan, Dolph Lundgren e Florian Munteanu

Dalla première europea di Londra, un’intervista esclusiva con il cast e il regista

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LONDRA – In una Londra sferzata dalla pioggia, l’atteso Creed II, sotto la cornice del BFI IMAX, a due passi dal Tamigi, ha tenuto la sua prima europea. Il secondo capitolo della saga spin-off, mescola l’esplosività fisica tipica del marchio Rocky, con un forte nucleo emotivo, in un mix destinato ad entusiasmare il pubblico. Così, noi di Hot Corn, in esclusiva, abbiamo avuto modo di chiacchierare a bordo del tappeto rosso con il regista Steven Caple Jr, con Michael B Jordan, Florian Munteanu e con Dolph Lundgren, che torna ad interpretare l’amato/odiato Ivan Drago a trentatrè anni da Rocky IV.

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Michael B. Jordan sul red carpet, e lo scatto su Instagram.

L’EVOLUZIONE Cosa dovrebbe aspettarsi il pubblico da Creed II? A rispondere è direttamente il protagonista, Michael B Jordan: «Nel film c’è l’evoluzione di Adonis. Seguiamo il suo viaggio, da ragazzo a uomo. Arrivando alla paternità», ha detto a Hot Corn. «Insomma, volevamo davvero alzare la posta in gioco». Per quanto riguarda la storia, Sly Stallone è tornata come coach in pensione, continuando a guidare il figlio di Apollo Creed. Tutto sta andando bene, fin quando non torna una vecchia conoscenza: Ivan Drago e, con lui, suo figlio, pugile, Viktor Drago. Creed II è l’ottavo film dell’universo Rocky, e questo ha comportato sfide a sé, come Jordan ha raccontato «La sfida più difficile? Fare qualcosa di diverso, cercando di trovare qualcosa che non abbiamo mai visto in un film di Rocky, che lo rendesse unico, e lo elevasse senza renderlo banale».

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Creed II, Tessa e Michael.

LA LOTTA Con la violenza quasi incessante e viscerale delle sequenze di lotta, Florian Munteanu, ha confessato che «Ci sono stati un paio di colpi al corpo e alla faccia che è sono arrivati. In fondo, l’obiettivo era quello di rendere il combattimento il più realistico possibile». Per quanto riguarda se Sly, invece, a parlare è il regista Steven Caple Jr: «Sly è anche un regista e, spesso, penso che la gente lo dimentichi. Capisce l’arte di dirigere e di essere, diciamo, nel tuo ruolo», ha rivelato.«L’altra metà, quella di attore, mi ha aiutato nelle sequenze di lotta. ‘Sly, come hai fatto a fare tutto questo nel 1986, in Rocky VI‘, gli domandavo. È stato di grande aiuto in questo senso».

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Dolph firma gli autografi.

IVAN Parlando degli Anni Ottanta, Dolph Lundgren ritrova Ivan Drago. «È stato difficile riconnettermi con lui, perché dovevo trovare qualcosa di diverso: qualcosa di reale. Qualcosa di umano. Cercando una certa vulnerabilità, ecco», ha osservato Lundgren. «Del resto Ivan nella sceneggiatura è scritto benissmo: ho un figlio, mi sono concentrato sul dramma invece che sui miei bicipiti, al contrario di Rocky IV. Sì, è stato grandioso tornare indietro e interpretare di nuovo questo personaggio, gli ho aggiunto una nuova energia».

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Tessa Thompson e Florian Munteanu.

SLY «Rocky era un piccolo film, uscito quarant’anni, con un ragazzo protagonista, un combattente, che ha avuto la possibilità di diventare qualcuno», ha proseguito Lundgren. «Non ci sentiamo tutti così? Tutti abbiamo i nostri sogni. E Sly ha fatto una così bella versione dei sogni attraverso il pugilato che è durata per quarant’anni. E sono sicuro che durerà ancora per altri quaranta». «Sylvester è una leggenda», ha continuato Munteanu. «È lui che mi ha scoperto, quindi gli devo molto. Gli ho dato almeno il 200% per questo film». Infine, a salutarci, è Caple Jr. «Volevo rendergli omaggio», ha osservato, «Tornando a riprendere certi temi, adattati in questo film. Anche perché è uno stile che si adatta naturalmente».

Qui potete vedere il trailer di Creed II

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