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Spiral – L’eredità di Saw. O di quando non basta imitare L’enigmista per fare paura

Horror, gore, etica e giustizialismo. Ma quanto c’è di Saw nel nuovo film della saga cinematografica?

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MILANO – Buongiorno, lettori di Hot Corn. Volete fare un gioco? Come dite? Questa domanda vi suona famigliare? Allora preparatevi perché in sala è arrivato il nuovo film della saga di Saw, Spiral – L’eredità di Saw, diretto da Darren Lynn Bousman. È passato del tempo da quando L’enigmista è stato fermato e ha smesso di seminare terrore con la sua crudele e contestabile giustizia, ma i suoi imitatori sono sempre dietro l’angolo. È con uno di questi che il dipartimento di polizia di South Metro dovrà fare i conti. Ad affrontarlo, un gruppo di poliziotti interpretato da Chris Rock, Samuel L. Jackson, Max Minghella e Marisol Nichols. Un cast non da poco per un film verso cui le aspettative sono senz’altro alte. Ma sta a voi decidere se Spiral sarà la vostra prossima visione.

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Chris Rock e Max Minghella in una scena di Spiral – L’eredità di Saw

Un po’ già potete immaginare a cosa andrete in contro, vero? Torture e sangue, terrore e potere sono alla base dell’universo creato da James Wan e Leigh Whannel nel 2004. E continuano ad esserlo anche nel nuovo capitolo. Questa volta l’imitatore, che sembra condividere gli stessi ideali di John Kramer, prende di mira proprio le forze di polizia, per punire la corruzione che dilaga al suo interno. Nessuno sembra salvarsi, tranne il detective Zeke Banks (Rock), emarginato dai suoi colleghi e bollato come traditore per aver denunciato anni prima un altro poliziotto. E chi, se non lui, poteva essere al centro della attenzioni di questo fantomatico imitatore per accompagnarci nel suo diabolico piano giustizialista? Le premesse, fino a qui, fanno tutte pensare a un degno seguito della celebre saga cinematografica.

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L’imitatore de L’enigmista in Spiral – L’eredità di Saw

Avete sicuramente visto molti film, magari tutti i capitoli precedenti della saga di Saw e forse ne siete persino appassionati. Ma attenzione. Spiral ha tanto in comune con i suoi predecessori quanto un’economica imitazione di Se7en, American Psycho o Il silenzio degli innocenti ha con gli originali. È sufficiente condividerne l’atmosfera, il modus operandi o l’estetica un po’ horror e un po’ gore? No, dietro a quei film c’era molto di più ed è difficile prenderne il testimone. Qui ci sono tanti cliché. Nemmeno sviluppati bene a dirla tutta, e molto prevedibili. Storie e motivazioni viste e riviste che permettono anche ai meno accorti o perspicaci di indovinare, a circa metà film, chi si cela dietro quella voce registrata. Un peccato, perché il film di Bousman aveva tutte le potenzialità per essere un buon horror.

Una scena di Spiral – L’eredità di Saw

Quel dito puntato contro la degenerazione della società si perde tra le strade del crimine per andare invece a toccare un tema estremamente attuale, come dimostra anche la serie di film incentrati sulla brutalità della polizia negli States. A questo punto, sarete voi a dover decidere se siete disposti a sottoporvi a un’ora e mezza di sceneggiatura estremamente contorta (e non in senso buono, alla Inception per intenderci), un’overdose di flashback che riempiono i buchi dove l’abilità della scrittura non riesce ad arrivare, nonché a una regia approssimativa e trasandata. Starà a voi decidere se Chris Rock, Samuel L. Jackson e una manciata di trappole mortali alla Saw vagamente interessanti valgono il vostro tempo e la vostra attenzione. Guardarlo o lasciar perdere? Fate la vostra scelta.

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Qui potete vedere il trailer di Spiral – L’eredità di Saw:

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