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Mikhaël Hers: «Il mio lampo di luce in un mondo blindato: ecco cos’è Quel giorno d’estate»

Uno zio, la nipote, Parigi e un attentato: il regista racconta la genesi del suo film, ora in streaming

Isaure Multrier in una scena di Quel giorno d'estate.

PARIGI – «I film si girano anche per cercare serenità. Nonostante la premessa tragica, in questo caso non volevo fare un film cupo, ma luminoso. Dove ci fosse la luce della speranza…». E la luce di questa speranza, come la definisce poeticamente Mikhaël Hers – un grande regista ancora poco celebrato – emerge potente dal suo Quel giorno d’estate, piccolo gioiellino partorito dal cinema francese che dopo l’uscita in sala con Officine UBU, ora appare nuovamente e finalmente in streaming su CHILI (lo trovate qui). In Francia il film uscì come Amanda, titolo originale che è anche il nome della bambina protagonista, interpretata da Isaure Multrier.

Mikhaël Hers, dirige Quel Giorno d'Estate
Vincent Lacoste, candidato ai César per il ruolo, e Isaure Multrier sulla Senna.

Il film – che è al centro della nostra nuova puntata di French Touch (trovate qui le altre puntate) e segnato dal bel commento sonoro di Anton Sanko – narra la storia di David (Vincent Lacoste), di sua nipote Amanda (Isaure Multrier) e di un attentato a Parigi che cambierà tragicamente le loro vite, con la morte della sorella di David, ovvero la madre di Amanda. «Ma attenzione però: il film non vuole raccontare gli attentanti, anzi, ci sono stato molto attento», ci spiega Hers. «Non ne troverete uno nel film, volutamente. La mia intenzione era parlare di innocenza perduta…».

Lacoste e un soldato in una scena di Quel giorno d’estate.

LA STORIA «Partiamo dall’inizio del film, volutamente leggero, per un motivo ben preciso: sul set ho misurato la parte più lieve con il tema della violenza su cui spesso mi sono interrogato. Perché? Perché la violenza arriva sempre all’improvviso, inaspettatamente. E per una fatalità tutto cambia. Era da tempo che pensavo di raccontare una storia tra una bambina e uno zio, un uomo che ancora non è diventato adulto. Una paternità non cercata, proprio mentre entrambi perdono la figura materna…».

GLI ATTENTATI «Le notizie? Sicuramente durante gli attentati c’è stato un eccesso di sovraesposizione mediatica. Troppe immagini, troppe frasi. Per questo volevo che Quel giorno d’estate non fosse un film sugli attentati, ma possedesse una storia intima e famigliare, nonostante sullo sfondo rimangano i tragici eventi. Ho lavorato sulla periferie, piuttosto che sul centro, sviluppando una storia intima, cercando di ritrarre Parigi in un delicato momento storico…».

Mikhaël Hers, dirige Quel Giorno d'Estate
Zio e nipote in giro per Parigi.

IL SILENZIO «Tutto doveva essere semplice. E il silenzio lo vediamo attraverso l’occhio del protagonista, tra realtà e crudezza, come l’attimo che percorre l’occhio e il cervello. Il silenzio è una scelta estetica, in questa Parigi estiva di fine pomeriggio, dove regna un silenzio quasi irreale. Per questo poi anche l’utilizzo della musica di Anton Sanko e delle canzoni è stato molto pensato. Abbiamo poi avuto la fortuna di avere Jarvis Cocker che ci ha regalato una canzone, Elvis Has Left The Building, per chiudere il film… (qui sotto, nda)».

GLI ATTORI – «Il casting lo abbiamo fatto per strada, scegliendo non professionisti: alla fine abbiamo trovato Isaure Multrier, perfetta. Ho lavorato con lei come ho lavorato con gli adulti. Sapeva di sentirsi libera di provare le emozioni, cercando di attingere da se stessa, da ciò che è. Per il personaggio di David, lo zio, mi serviva una persona semplice ed empatica, e per il ruolo Vincent Lacoste era perfetto. Ci siamo intesi subito, fin dai primi ciak».

Mikhaël Hers, dirige Quel Giorno d'Estate
Lo zio David, alle prese con una responsabilità non voluta.

PARIGI – «I giovani hanno ricominciato a vivere subito dopo il Bataclan e gli attentati di novembre del 13 novembre 2015. Perché la vita continua. Ma gli attentati, essendo avvenuti quasi ovunque, hanno sviluppato una coscienza collettiva. Oggi è normale girare per Parigi e trovare camionette e soldati, trovo sia una cosa agghiacciante essere finiti in un mondo blindato. Ma, al netto della realtà, il cinema non deve essere saturo di messaggi politici. E mostro quello che voglio mostrare, quello che si vede, che vediamo tutti. Niente messaggi o slogan. La quotidianità di oggi restituisce la verità, senza strumentalizzare».

  • Potete vedere Quel giorno d’estate su CHILI qui
  • Qui una clip de Quel Giorno d’Estate:

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