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Perché lo aspettiamo: Stan & Ollie e il senso profondo dell’amicizia

Alla Festa del Cinema di Roma il film con la coppia Steve Coogan e John C. Reilly. Un azzardo? No

Freshly Popped

A vederli così, nella prime foto e nel primo trailer pubblicato, Steve Coogan e John C. Reilly sono incredibilmente perfetti nel ruolo di Stanlio e Ollio. Certo, c’è il trucco, ma le espressioni, la fisicità, le movenze del duo comico più famoso del mondo ci sono tutte, ricreate e impersonate in modo strabiliante. Del resto, promette già tanto Stan & Ollie, dell’esordiente Jon S. Baird, scritto dal candidato all’Oscar per Philomena Jeff Pope (candidatura condivisa proprio con Steve Coogan, tra l’altro). E promette molto per due motivi: perché la storia che racconta è di quelle nascoste e poco tracciate, nonché va ad illuminare, sotto un’altra prospettiva, due icone del cinema, troppo spesso ricordate in modo superficiale, sbrigativo, poco approfondito. Infatti, dietro l’aurea da splastick clown, opposti per apparenza ma contigui per intenzioni, Laurel & Hardy nascondevano una profondissima umanità, venata da solchi malinconici, quasi oscuri.

Steve Coogan e John C. Reilly, Shirley Henderson e Nina Arianda, nei ruoli delle mogli.

Lo stupido e sbadato, il burbero e intelligente (all’apparenza, chiaro). Steve Coogan e John C. Reilly, co i loro Stan Laurel – britannico – e Oliver Hardy – statunitense – ci fanno tornare in un bianco e nero che diventa a colori, perché il loro film non si concentra sulla Golden Age degli sketch, degli spettacoli e dei centosei film interpretati in carriera, bensì sul periodo post-successo, quando la stanchezza dei loro buffi teatrini era già acqua passata, in un’industria cinematografica che, un po’ come adesso, correva veloce, mutando verso nuovi orizzonti della risata e della commedia classica. Così, Stan & Ollie (in Italia distribuisce Lucky Red, mentre in Inghilterrà uscirà l’11 gennaio 2019), rivive, in una sorta di backstage, gli ultimi anni assieme dei due, in un lento e complicato tour europeo, fatto di cadute, vecchi e nuovi fan, qualche risata, e una grande, grandissimo rapporto simbiotico.

Steve Coogan e John C. Reilly sul set del film.

Ecco, probabilmente, Stan & Ollie – nella Selezione Ufficiale della Festa del Cinema di Roma –, oltre ad essere un biopic su due volti classici e indimenticabili, è un film sull’amicizia, nel vero senso della parola. I due erano quasi dipendenti, forse incosciamente, forse involontariamente, ma Laurel e Hardy, sketch dopo sketch, divennero quasi fratelli siamesi. Ed è pazzesco ricordare le loro scomparse e gli ictus che li stroncarono. Hardy, nel 1957, fu paralizzato da una parte, prima di morire, Laurel, invece, nel 1965, dalla parte opposta, rifiutando ancora prima qualsiasi parte propostagli, in rispetto e in memoria per quella sua metà un po’ più grande. In fondo, Stanlio e Olio sono questi qui, anime buone che hanno saputo far ridere generazioni e generazioni, nascondendo dietro ad un capitombolo una smorfia drammatica e umana. E noi, grazie a Steve Coogan e John C. Reilly, non vediamo l’ora di tornare a sorridere (e piangere) insieme a loro.

Qui potete vedere il trailer originale di Stan & Ollie

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