ROMA – Alla Mostra di Venezia avevano portato due film in concorso, Campo di battaglia di Gianni Amelio e Vermiglio di Maura Delpero, e sono tornati a casa con un Leone d’argento. Ma la notizia è che proprio Vermiglio, film non solo girato in Trentino, ma che prende il nome dall’omonima località in val di Sole, qualche settimana fa è stato selezionato per rappresentare l’Italia nella corsa agli Oscar. «Che dire? Possiamo essere davvero soddisfatti», riflette Luca Ferrario, direttore di Trentino Film Commission, «non solo perché ci abbiamo lavorato tanto, ma perché è un film davvero riuscito che sta facendo qualcosa di unico». Alla Festa di Roma, Trentino Film Commission sarà presente con un altro film, La cosa migliore di Federico Ferrone, ed è lo spunto per fare il bilancio su un anno davvero incredibile.
IL VIAGGIO DI VERMIGLIO – «Che valore ha vedere Vermiglio nella corsa agli Oscar? Un valore forte, indubbiamente, perché è un film che non solo utilizza location trentine, ma ha una forte identità locale trentina. Ovviamente per noi ha un significato particolare perché racconta un pezzo di storia e cultura locali, è un film che parla di noi. La cosa che colpisce di più però è come Maura (Delpero, nda) sia riuscita a rendere universale una storia che sembrerebbe locale. Per questo credo il passaparola continui a funzionare in tutta Italia e gli incassi continuino ad aumentare. Il set? Durante le riprese si intuiva che stava nascendo qualcosa di bello. Ovviamente è sempre difficile dire quanto speciale possa diventare un progetto, ma si partiva da una sceneggiatura bellissima, che è sempre il punto di inizio fondamentale per un percorso. Quando osservi quei tempi e quella cura nel lavoro, sai che ci sono i presupposti per fare bene».
LA CRESCITA – «Dagli inizi Trentino Film Commission è cresciuta tanto, perché c’era molto poco, ma credo che l’aspetto più importante sia che è stata una crescita continua, costante. Oggi parliamo di qualcosa come trecento giorni di riprese all’anno, tra fiction, cinema e documentari. E il comparto è cresciuto gradualmente. Oggi possiamo dire che è aumentata la qualità delle troupe locali, è aumentato il coinvolgimento del territorio, al punto che abbiamo una ricaduta del 400 per 100. E poi c’è il grande cambio di passo delle società di produzione trentine che sempre di più riescono a produrre per i circuiti nazionali e internazionali».
TRENTINO A ROMA – «Alla Festa di Roma portiamo un film di Federico Ferrone, La cosa migliore, presentato ad Alice nella Città, dove vedrete una Trento anomala, perché è una storia di periferia, girata a Gardolo, che racconta la convivenza di popoli e religioni. In realtà si dice poco, ma se andiamo a rivedere lo storico delle produzioni che hanno girato in Trentino, almeno la metà non ha più a che fare con la montagna, ma sono storie che riguardano città, castelli, laghi o ambientazioni più moderne. Anche Un oggi alla volta di Nicola Conversa – per esempio – usava Trento in quel modo e tra l’altro quel film, uscito la scorsa estate, è stato un bel progetto, intelligente e mai banale, costruito e pensato per un pubblico giovane e quindi per noi è stato particolarmente interessante sostenerlo…».
LE PRODUZIONI STRANIERE – «Abbiamo avuto sul territorio qualche produzione indiana, olandese, rumena, portoghese e il numero delle società straniere che stanno scoprendo nel Trentino un altro tipo di Italia è in crescita. Sicuramente ci interessa ampliare l’attività su mercati diversi. La visibilità che porterà ora Vermiglio sarà notevole, ma diciamo che se otto anni fa dovevamo presentare ai produttori italiani servizi, fondi e opportunità per far comprendere cos’era Trentino Film Commission, oggi sul cinema italiano siamo più affermati e possiamo cercare di raccontarci sui mercati stranieri. Anche perché spesso i produttori inglesi o americani che vanno in Austria o in Svizzera non sanno che qui possono trovare location simili con vantaggi migliori».
IL FUTURO – «Abbiamo concluso la seconda stagione della serie Rai, Black Out Vite sospese, e abbiamo alcuni progetti che non posso rivelare. Su altri fronti, crescono a pieno ritmo anche i due filoni su cui la nostra Film Commission lavora molto, ossia la sostenibilità nel cinema e l’educazione all’immagine. La certificazione Green Film, che da anni promuoviamo, è sempre più utilizzata: sono oltre 150 film in Italia ad averla ricevuta e anche all’estero continua il suo cammino. A Venezia c’erano 6 film certificati, qui a Roma 15. Le nostre iniziative, per le scuole e non solo, che racchiudiamo sotto il cappello di Educa Immagine propongono formazione sul linguaggio del cinema e dei media e sono sempre più numerose».
LA LOCATION – «Dovessi consigliare ad un produttore una location in Trentino ancora poco usata? Direi l’Alto Garda che, a parte una scena di Quantum of Solace, non ha mai espresso al cinema tutto il fascino e le potenzialità che ha. Per certi versi è già un set a cielo aperto…».
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