MILANO – Questa volta Netflix punta su un horror francese, presentato lo scorso anno alla Settimana della Critica di Cannes. Il che non garantisce che il film sia un successo da consigliare a tutti di vedere. Il film di Just Philippot, Lo sciame, si inserisce in una lunga tradizione di un sottogenere horror che dagli anni Settanta oggi ha affascinato il cinema e gli appassionati: quella di creature e insetti che prendono il posto di demoni e serial killer. Ne abbiamo visti tanti, tra mantidi, vermi, locuste, ragni e mosche. E il film di Philippot si aggancia perfettamente a questo filone (in declino già da parecchi anni).
Ne Lo sciame, gli insetti prescelti sono le locuste: Virginie (Suliane Brahim) è una madre single che vive con i suoi due figli in una fattoria in campagna e alleva cavallette per ricavarci la farina, a quanto pare molto apprezzata. Laura (Marie Narbonne) e Gaston (Raphael Romand) sono agli opposti: il piccolo di casa si diverte ad aiutare la madre con gli animali e con la fattoria, Laura invece non sopporta il suo lavoro o la piccola cittadina in cui vivono e vorrebbe andarsene. L’horror, se così si può chiamare, viene messo in moto dall’attività di Virginie, che non riesce a far riprodurre le locuste per aumentare la produzione.
Un giorno, dopo essersi ferita, scopre che le sue cavallette hanno dei gusti alquanto particolari: si cibano di sangue. Nel giro di poco, le sue serre si moltiplicano e le locuste iniziano a riprodursi velocemente. Da qui, l’horror sembrerebbe costruirsi da solo: uno sciame assassino, una famiglia divisa, una piccola cittadina in pericolo e tanto sangue. Ma al di là di qualche scena cruenta in cui vediamo le locuste cibarsi (e qui si potrebbe aprire una parentesi sul perché debbano sempre andarci di mezzo i poveri e innocenti cagnolini), Lo sciame prende una piega inaspettata: le uniche scene di angoscia, tensione e paura sono nella parte finale del film.
Per il resto del tempo al centro del racconto ci sono i litigi di Virginie con la figlia. Tutto sommato, dipende anche da che tipo di horror siamo abituati a guardare. Se siete fan di quel filone moderno, molto meno pratico nelle sue scene e più dedito a una messa in scena calma e controllata, allora Lo sciame potrebbe essere il film che fa per voi. Per chi invece adora gli horror classici, c’è in serbo una delusione non da poco. Ma attenzione: il film sia tutto da buttare. Gli attori reggono bene i loro ruoli e nel finale il film abbraccia pienamente il genere d’appartenenza. Peccato per quell’ora e venti di svolgimento.
Il film di Just Philippot sembra più un dramma famigliare travestito da horror. Per la maggior parte del tempo vediamo la disastrata relazione di Virginie con i figli – anche se questa peggiora in parte per la sua ossessione con le cavallette. Le locuste, purtroppo, non sono protagoniste come vorremmo. Non a caso, molti che hanno visto il film oltreoceano lo hanno definito come un “film contemplativo europeo” per la mancanza di azione e il focus sulla psicologia dei personaggi. Lo sciame ha un’ottima premessa che, se sviluppata bene, poteva fare discretamente il suo lavoro. Il risultato però è stato un altro.
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