in

Fede Álvarez: «La mia sfida in bilico tra Stieg Larsson e Claire Foy»

Quello Che Non Uccide, Hollywood e la differenza tra film belli e brutti: il regista si racconta a Hot Corn

Fede Alvarez sul set di Quello che non Uccide.

LOS ANGELES – «È la prima volta che si parla davvero di Lisbeth Salander: è la sua storia, raccontata attraverso i suoi occhi; questa è la differenza radicale rispetto gli altri film della saga» ha raccontato a Hot Corn Fede Álvarez, regista di The Girl In The Spider’s Web (titolo italiano: Quello Che Non Uccide, in sala il 31 ottobre) quando lo abbiamo incontrato a Los Angeles. Sfidando il successo di The Girl with a Dragon Tattoo di David Fincher (2011), il reboot di Álvarez riprende le vicende dell’eroina hacker dei romanzi di Stieg Larsson con un nuovo cast, e al posto di Rooney Mara sceglie Claire Foy, fresca dalla vittoria di un Emmy per The Crown. «Con i grandi attori non c’è molto da spiegare, basta puntargli l’obiettivo contro e già capisci cosa gli succede dentro».

Claire Foy in Quello che non Uccide.

SEGRETI E VERGOGNE «Mi sono reso conto di un fatto abbastanza spaventoso, ovvero che ogni film che abbia mai realizzato, in ultima analisi, parla di segreti e vergogne. Con i segreti viene anche la vergogna, altrimenti perché non condividerli? Per questo motivo un personaggio come Lisbeth, che è tutto un mistero, fatto di silenzi e di “non detti”, è il veicolo perfetto per raccontare una storia del genere. Ogni volta che la osservo, muoio dalla voglia di conoscere i suoi segreti. In questo senso mi ricorda ogni ragazza di cui mi sono innamorato da teenager: è sempre finita prima che riuscissi a capire realmente chi fossero…».

Claire Foy dietro la macchina da presa di Fede Alvarez.

NIENTE TRUCCHI «Hollywood? Pone il lato estetico sopra ogni cosa, ogni donna è sempre bellissima. Personalmente, pur avendo realizzato film con donne come protagoniste, non ho mai seguito quella logica. Ad essere sinceri, abbiamo fatto di tutto per imbruttire Claire. Non volevamo la tipica donna con il make up perfetto e i vestiti attillati da supereroina che tra l’altro, per poterli indossare anche solo decentemente, deve pesare zero chili. Una vera follia. Sono felice di non avere mai sfruttato il lato sexy delle mie attrici, di non avere mai chiesto di sbottonare una camicetta per rivelare il seno e cose simili. Amo le donne e non oserei mai infliggere certi supplizi alle attrici con cui lavoro».

Il backstage.

IL ROMANZO «Per quanto siamo stati attenti a rendere onore all’autore dei romanzi e all’universo che ha creato, ci siamo anche permessi delle libertà espandendo i personaggi verso altre direzioni. Ma non è certo quello a rendere il film bello o brutto. Basti pensare che a Stephen King, ad esempio, non è mai piaciuto l’adattamento cinematografico di The Shining di Kubrick. D’altro canto, se un film fa schifo poco importa se ha seguito per filo e per segno il libro da cui è tratto. Il punto è che esistono film belli e film brutti. Anzi, film che adoriamo e film che odiamo, perché un amante del cinema ha spesso grandi aspettative».

La trasformazione di Claire Foy.

LA SOUNDTRACK «La musica? Come per gli altri film che ho girato, anche questa volta la colonna sonora è nelle mani del compositore spagnolo Roque Baños; se ne sta occupando proprio in questi giorni dal momento che la musica è l’ultimo tassello dell’editing rimasto da assemblare. Stavolta sarà classica e orchestrale, alla Bernard Hermann per intendersi, è lui l’ispirazione che cercavamo: musica perfetta per un thriller alla vecchia maniera».

  • Qui potete vedere il trailer del film:

Lascia un Commento

Sandra Oh: «Un mio ritorno a Grey’s Anatomy? No, tendo proprio ad escluderlo»

La strana reunion: Jeff Bridges, John Goodman e Steve Buscemi celebrano Il Grande Lebowski