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Disney-Fox: approvata l’acquisizione da 71 miliardi di dollari

Tanto in mano a pochi: il futuro della distribuzione cinematografica è un’oligarchia?

Industry

Quindi è fatta: Topolino ha comprato Deadpool. Per dirla in soldoni, certo. Per quanto riguarda quelli veri di soldi, invece, stiamo parlando di una fusione da 71 miliardi di dollari e qualche spicciolo. A guidare l’acquisizione portata avanti dalla Disney, Bob Iger, amministratore delegato dal 2005, che ha incorporato, lentamente e inesorabilmente, Pixar, Marvel, Lucasfilm e l’ABC Family. Tirando quindi le somme, la Walt Disney Company capitalizzerà, da sola, quasi la metà del mercato cinematografico mondiale, uscirà entro il 2019 con una piattaforma di streaming tutta sua e, attraverso la 21st Century Fox, riuscirà a controllare anche (parte) di Hulu. A questo aggiungiamo poi il mercato delle serie tv e di programmi che hanno fatto la storia della Fox come I Simpson. E poi, ancora, quote di Endemol Shine Group, National Geographic Partner, FX.

Topolino in compagnia dell’amministratore delegato della Disney, Bob Iger.

Al di là della mera operazione finanziaria ciò che potrebbe, alla lunga, lasciare perplessi sono le conseguenze che ne deriveranno. Certo, adesso la Marvel è finalmente al completo: X-Men, Fantastici 4 e Deadpool sono tornati al Marvel Cinematic Universe, il che porterà sicuramente ad una serie di progetti di dimensioni colossali grazie ai quali potremmo assistere a un solo, unico, continuo crossover tra franchise. Considerando, inoltre, la conclusione dell’arco narrativo degli Avengers così come li conosciamo – prevista ad aprile del prossimo anno – la Marvel avrà a disposizione tutto un arsenale di “nuovi” supereroi da poter utilizzare per quella famosa fase quattro di cui tanto si è parlato.

La famiglia più famosa del piccolo schermo: I Simpson.

D’altra parte, però, che ci piaccia o meno, stiamo assistendo a una lenta contrazione del mercato. Certo, la fusione Dinsey-Fox è senza dubbio la più clamorosa in termini di tempi, costi e implicazioni secondarie, ma la situazione, anche in Italia, non è molto diversa: Disney incamera 20th Century Fox e Fox Seachlight, Lucky Red si appoggia a Universal Italia per la distribuzione di alcuni suoi film, Vision Distribution – già costola di Sky Italia – e Medusa dichiarano di avere una partnership di tipo commerciale. Scavando più a fondo: 20th Century Fox distribuisce in Italia i film targati Paramount, Warner Bros. quelli firmati Sony e Sony Animation.

Una scena di Avengers: Infinity War.

Appare così evidente come la distribuzione cinematografica si stia gradualmente trasformando in un’oligarchia: tanto in mano a pochi. Chi ci rimettà saranno, ovviamente, le case di distribuzione minori che hanno ancora il desiderio di proseguire da sole, ma che, alla lunga, saranno probabilmente costrette a seguire l’esempio di Lucky Red e affidarsi a un colosso internazionale per poter avere ancora speranza di emergere in un mercato che si fa sempre più compatto e meno disponibile a trattative. E in barba ai grandi signori che hanno scritto la storia vera del cinema, c’è Topolino: un piccolo, tenero imperatore dalle grandi orecchie. Ma tra impero e dittatura, però, il passo è breve.

La statua di Walt Disney e Topolino al DinsneyWorld di Orlando.

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