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Benvenuti a Casa Mia: ovvero l’altra faccia del censimento dei Rom

La polemica politica riflessa nella commedia francese di Philippe de Chauveron. In anteprima su CHILI

Elsa Zylberstein, Christian Clavier e Ary Abittan in un'immagine promozionale del film

Si può scherzare – o almeno provare a farlo – su un tema complesso, delicato e attualissimo come l’apertura allo straniero e la paura del diverso? Con le dovute contromisure, è il caso di dire, si può far tutto, se il fine ultimo, come in questo caso, è quello di sottolineare una certa ipocrisia tra le nobili intenzioni (dichiarate a parole) e i fatti veri e propri, più pragmatici, utili, indispensabili. Insomma, dopo il boom di Non sposate le mie figlie! (top 10 nella classifica francese dei maggiori incassi di sempre), dove si premeva sul multiculturalismo, sulle differenze religiose e sul razzismo, il regista francese Philippe de Chauveron ha voluto riprovarci, ancora con Christian Clavier e ancora maneggiando un tema spinoso con un’altra comédie: Benvenuti a Casa Mia.

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Christian Clavier e Ary Abittan in una scena del film

Scritto da Guy Laurent e Marc de Chauveron (fratello di Philippe, nonché sceneggiatore del delizioso Dream Team con Omar Sy), l’opera esce ora in anteprima digitale su CHILI in un momento delicatissimo e centra il tema dell’integrazione razziale, le minoranze nella società e il perenne conflitto tra Destra e Sinistra, con i moti ondosi a scatenar quelle tempeste che, appunto, si riversano (sempre) verso i meno abbienti. Insomma, tema spinoso e attuale, tra naufragi, crociere immaginarie e polemiche politiche su censimenti vari portati avanti da Ministri dell’Interno. La storia ha per protagonista Jean-Etienne Fougerole (Clavier), pomposo docente e intellettuale di sinistra impegnato nella promozione televisiva del suo ultimo libro, in cui tratta proprio l’eterna questione dell’integrazione culturale.

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Indovina chi viene a cena?

Tallonato da un rivale politico di destra, che lo sfida a mettere in atto i fatti concreti oltre alle belle parole, Fougerole sbandiera in diretta il suo indirizzo di casa, dicendosi pronto ad accogliere chiunque. Di certo non poteva immaginare che nella sua bella villa sarebbe arrivato proprio un gruppo di movimentati Rom capitanati da Babik (Ary Abittan), portando sconquasso nell’elegante vita di Fougerole. Se Daphné (Elsa Zylberstein) moglie di Fougerole, è restia agli ospiti, c’è invece loro figlio Lionel (Oscar Berhe) molto (molto) più aperto all’ospitalità.

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Uscita serale? Ancora Christian Clavier e Ary Abittan

Straniero, si diceva. Oltre la carovana di gag portate avanti dalla banda Rom, farsesca, esagerata e freak, quello che si vuole evidentemente porre al centro di Benvenuti a Casa mia è proprio il conflitto tra l’essere e l’apparire, tra il dichiarato e lo svolto. Si gioca sulla politica delle parole che non corrisponde a nulla (e in Italia ne sappiamo qualcosa) con quell’azione che invece è, spesso e volentieri, portata avanti da chi resta un passo indietro, lontano dai riflettori, con tutte le difficoltà – e sono enormi – del caso. Insomma, chi l’integrazione cerca di attuarla, non parla, ma agisce.

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Oscar Berhe, Clavier ed Elsa Zylberstein in Benvenuti a Casa Mia

E così ecco montare l’intolleranza, l’odio, la paura (ma paura di che, alla fine?) del vicino di casa, pronto ad entrare dalla porta principale, per rubare tutto quello che, in fondo, non abbiamo. Il film amplifica l’assurdità del momento storico attuale, il nazionalismo nascosto dietro l’angolo, il bigottismo e l’ipocrisia celata dietro i benpensanti in un modo che purtroppo il cinema italiano quasi mai riesce a fare. E Philippe de Chauveron tra una risata e l’altra prova a graffiare con l’approccio transalpin di un cinema verboso che non disdegna il finir bien dopo, sia chiaro, aver messo lo spettatore (di qualsiasi ramo ideologico) con le spalle al muro. Della propria casa, ovviamente.

Volete vedere il film? Lo trovate in anteprima su CHILI: Benvenuti a Casa Mia

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