ROMA – «È stato liberatorio. Ma sicuramente anche difficile, perché oltre alla memoria, arrivava anche la memoria fisica di quelle cose. È quello che mi ha fatto fare un percorso faticoso a livello fisico ed emotivo. Scavano e mi ricordavo di cose che avevo completamente rimosso. Nel momento in cui tornavano mi ritrovavo a riprovare la stessa sensazione di allora. E non sempre le cose che racconto nel libro sono piacevoli per quanto poi c’è una continua redenzione per tutti. È una specie di indulto che arriva alla fine del libro per tutte le persone coinvolte». Alex Infascelli racconta così a Hot Corn le emozioni provate nello scrivere il suo primo romanzo, Now, Here, Nowhere (edito da HarperCollins, €18.00). Un libro che cristallizza quattro anni della vita del regista, tra Los Angeles e Seattle, all’inizio degli anni Novanta. Un romanzo autobiografico, un racconto di formazione incastonato «nell’ultimo periodo libero dell’umanità», tra il primo amore e l’eroina, il sogno di sfondare nella musica e un destino nel cinema, Kurt Cobain e le visite di un futuro ancora sconosciuto.
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La video intervista ad Alex Infascelli è a cura di Manuela Santacatterina:
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