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A Pure Place | La salvezza degli Elisi e i totalitarismi secondo Nikias Chryssos

Il regista greco-tedesco torna a parlare di culti e sette, tra mitologia e totalitarismi. Da vedere su CHILI.

Tra totalitarismi, ossessioni e mitologia: A Pure Place
Tra totalitarismi, ossessioni e mitologia: A Pure Place

MILANO – Il regista greco-tedesco Nikias Chryssos ha speso una filmografia a parlare di culti e sette. In realtà di film ne ha fatti solo due, ma entrambi su questo tema e nemmeno preso troppo alla leggera. Saranno le influenze delle sue origini ellenistiche, tra mitologia e rituali, o un’analisi contemporanea di quella che è stata la più grande setta di sempre in Germania, ma Chryssos sembra aver preso a cuore questo tema. E gli riesce anche bene. Ed è proprio il suo secondo film, A Pure Place, presentato alla Berlinale 2021 e ora in streaming su CHILI, a meritare di essere visto.

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Il mondo pulito di A Pure Place

Chryssos immagina un’isola lontana dalla società dove vige una stringente gerarchia. Ai piani bassi, sottoterra, vivono i bambini che aspettano di essere degni di ascendere: sono sporchi, perché non gli è permesso lavarsi, e passano le giornate a produrre sapone. Sapone che finisce ai piani alti, nella lussuosa villa dove Fust predica ai suoi seguaci una vita all’insegna della purezza. Lì tutti si vestono di bianco, sotto la luce del sole, e hanno fatto del lavarsi una vera e propria ossessione. La loro dedizione è la fede nella salvezza degli Elisi, anche se il regista è interessato a qualcosa di molto più profondo. Tutto cambia quando si scopre da un’ecografia che la giovane Irina ha gli organi bianchi.

Una scena di A Pure Place

Una satira di cui non si capisce mai fino a che punto vada presa sul serio e una storia tagliente al servizio di uno stile fiabesco e allo stesso tempo inquietante. Non a caso Chryssos è stato definito il Gaspar Noé tedesco e tra le sue ispirazioni c’è Lanthimos, quando già nel 2015 il suo primo film The Bunker è stata la risposta della Germania a Dogtooth. Aggiungiamo un po’ di folklore alla Midsommar e le luci al neon di Nicholas Winding Refn, e A Pure Place è pronto per esercitare il suo incantesimo, tra le immagini inebrianti della mitologia greca e la musica classica che le accompagna.

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Il mondo sotterraneo di A Pure Place

Si crea una sorta di malato equilibrio quando Irina, considerata la reincarnazione dell’antica dea greca della salute e della purezza, siede al fianco di Fust per portare a termine i suoi piani, mentre il fratellino Paul rimane nel mondo sotterraneo, dove però una ribellione contro quel fantomatico sovrano sta prendendo forma. Le scene del seminterrato sono immerse in un’oscurità sporca che non evoca solo i ricordi dei romanzi di Charles Dickens. La fase più oscura della storia tedesca del XX secolo risuona in queste immagini deprimenti, che fanno quasi sentire lo sporco e la miseria esistenziale in una vaga sensazione che poi, però, si concretizza terribilmente.

Irina, la protagonista di A Pure Place

A Pure Place mostra i meccanismi totalitari di culti, sette e altre comunità religiose. È una farsa caustica sull’ossessione per la pulizia del nostro tempo, uno studio su una società rigida riprodotta su piccola scala, un multi-strato complicato e poi di nuovo piacevolmente chiaro, terribile e divertente allo stesso tempo. Dietro la superficie del genere si nasconde un’allegoria politica che include il terrore dei nazionalsocialisti, così come di altre correnti ideologiche, che vogliono realizzare le loro idee su quello che vedono come un mondo puro, e con ogni mezzo necessario.

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