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7 Uomini a Mollo | Una piscina, una commedia e quel piccolo capolavoro da recuperare

Risate e riflessioni, nuoto e depressione: perché dovreste riscoprire il film di Gilles Lellouche

7 Uomini a Mollo
La banda del nuoto: i protagonisti di 7 Uomini a Mollo.

MILANO – Piscina e cinema? Sì, un rapporto strano, in realtà già sviluppato dai tempi del cult di Jacques Deray nel 1969. Prima di 7 uomini a mollo, ci furono già due film francesi a raccontare storie di nuoto, in maniera differente ma originale: il drammatico Welcome di Philippe Lioret, dove un immigrato prendeva lezioni dall’ex nuotatore Vincent Lindon (meraviglioso) e la commedia sentimentale L’effetto acquatico di Solveig Anspach. 7 uomini a mollo di Gilles Lellouche – lo potete recuperare su Prime Video in flat – adotta un tono a metà strada, né troppo serio ma neppure troppo scanzonato. Tutto inizia infatti da un uomo depresso che ha perso il lavoro (Mathieu Amalric, una maschera di dolcezza e tristezza) e la voglia di vivere e che ritrova energia e slancio (inatteso) grazie ad un corso di nuoto sincronizzato per soli uomini, tutti quanti vittime di delusioni e sfortune personali.

7 Uomini a Mollo
I magnifici sette? Più o meno…

Fino a qui, lo spunto sembra molto simile a quello di altri film sportivi che vi abbiamo raccontato qui nella nostra rubrica SportCorn, pellicole in cui individui falliti tentano l’impresa impossibile, avventurandosi senza troppe velleità in discipline particolari: pensate ai (fantastici) bobbisti giamaicani di Cool Runnings – Quattro sottozero (che vi avevamo raccontato qui) oppure ai losers romani che scoprono il curling de La mossa del pinguino (piccolo cult assolutamente da recuperare). 7 uomini a mollo, in realtà, offre molte meno risate e più riflessioni serie sulla difficoltà del nostro momento storico: la goffaggine e i fisici senz’altro poco marmorei dei protagonisti faranno sorridere, ma dietro alle loro imprese si cela uno spaesamento esistenziale che coinvolge praticamente tutti.

Mathieu Amalric e la depressione in un’immagine del film.

Una pellicola per nulla buonista e superficiale (anzi), da consigliare soprattutto a chi ama la sensibilità del cinema francese nel raccontare persone comuni in conflitto con se stesse e a chi adora vedere grandi attori e caratteristi (diretti benissimo proprio da un attore, non a caso) come Benoît Poelvoorde e Guillaume Canet cimentarsi con ruoli decisamente autoironici. Attenzione però, perché anche le donne sanno il fatto loro: Virginie Efira e Leila Bekhti sono infatti due istruttrici capaci di farsi rispettare e portare la loro squadra di perdenti a un improbabile, insperata e coreograficamente bellissima vittoria. Un consiglio: riscopritelo, adesso.

  • Calcio, baseball e molto altro: ecco la nostra sezione SportCorn
  • VIDEO | Qui il trailer di 7 Uomini a Mollo:

 

 

 

 

 

 

 

 

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