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Tra podcast, fantascienza e filosofia: The Midnight Gospel è il futuro dell’animazione

Otto episodi targati Netflix e creati da Pendleton Ward in cui si mischiano temi profondi e black humor

The Midnight Gospel

MILANO – Se negli ultimi anni si è assistito a un aumento di titoli nell’animazione per adulti, come BoJack Horseman o Big Mouth, la nuova sfida di Pendleton Ward – il creatore di Adventure Time – è una ventata di aria fresca anche per questo genere. Unendo il mondo delle serie tv a quello dei podcast, sempre più diffusi, Ward ha creato un format quanto mai originale e sicuramente unico. Stiamo parlando di The Midnight Gospel, miniserie in otto episodi targata Netflix. Si tratta – letteralmente – dell’animazione di un podcast, più o meno quello che accadrebbe se, con le dovute differenze, decidessero di animare Welcome to Nightvale.

The Midnight Gospel
Una scena di The Midnight Gospel

The Midnight Gospel si divide tra un’animazione molto semplificata e temi profondi, mentre Clancy, doppiato dal comico Duncan Trussell, intervista persone scelte casualmente per il suo spacecast, un podcast spaziale. Fantascienza pura: Clancy ha a disposizione un simulatore di universi grazie al quale, in ogni puntata, visita un nuovo pianeta. Mentre in ogni mondo vediamo svolgersi sotto i nostri occhi situazioni allucinanti che rimangono sullo sfondo, sono i discorsi il punto di forza della serie. The Midnight Gospel va in profondità, toccando l’esistenzialismo, la filosofia, la morte e le droghe, il tutto con un contorno di riflessioni che si alternano tra la religione e le filosofie trascendentali orientali.

The Midnight Gospel
Clancy ha la voce di Duncan Trussell

Si va dall’effetto degli allucinogeni (che è un po’ quello che si prova guardando la serie) alla magia cerimoniale, fino alla meditazione, il concetto di realtà e il ciclo della vita. Il risultato è una serie di immagini molto simili a un trip psichedelico e surrealistico e una serie di parole altrettanto stranianti che hanno come comune denominatore il senso della vita e il potere di far riflettere chi guarda. E non importa se il setting è gli Stati Uniti distrutti da un’apocalisse zombie, un pianeta medievale, una prigione per chi soffre di timore esistenziale o anche il mondo reale, tutti i luoghi e gli eventi sono semplicemente lì, quasi entità a parte separate dai protagonisti e dalle interviste. Spesso una mancata correlazione tra immagini e contenuto che rende il tutto ancora più accattivante.

Una scena della serie

The Midnight Gospel è la novità che serviva. Irriverente e a tratti provocatorio, è quello che Rick e Morty vorrebbe essere ma non è mai arrivato a conquistare. Un’estetica fantasmagorica e suggestiva in cui i personaggi vivono in mondi tanto fantasiosi quanto feroci mentre la filosofia, unita a un po’ di black humor, fa quello che riesce a fare meglio: instaurare dubbi esistenziali. I dialoghi, a onor del vero, sono rielaborazioni di interviste fatte veramente da Russell nel suo podcast e riescono a far passare tutto il resto in secondo piano. La dimensione onirica in cui si muove The Midnight Gospel è quasi inafferrabile, costringe a chiedersi ogni cinque minuti cosa si sta guardando e non pretende di avere una precisa logica con cui seguirla. È semplicemente un viaggio, da seguire con la consapevolezza che alla fine non saremo più gli stessi.

Qui potete vedere il trailer di The Midnight Gospel:

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