Manuela Santacatterina ROMA – Le aspettative erano altissime. Da quando di The Last Of Us, considerato il miglior videogioco di tutti i tempi, è stato annunciato l’adattamento in una serie TV si sono susseguite svariate ipotesi su chi potesse interpretare Joel ed Ellie e su come sarebbe stato ricostruito il mondo post-apocalittico che fa da sfondo alla storia. Ma più di tutto c’era la speranza che la creazione targata Naughty Dog fosse all’altezza dell’originale. L’attesa è stata ripagata. La serie creata da Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (già nome dietro il videogioco) non ne tradisce le atmosfere e ci regala già uno dei titoli più belli dell’anno. Nove episodi che abbiamo potuto vedere in anteprima disponibili in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 16 gennaio in contemporanea assoluta con la messa in onda negli Stati Uniti.
Per chi non si fosse mai trovato a giocare al videogioco, la storia di The Last Of Us è ambientata vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna causata da un’epidemia generata dal fungo Cordyceps mutato. Joel (Pedro Pascal) è uno dei sopravvissuti tormentato dai traumi del suo passato che vive in una delle zone si quarantena sparse per l’America più simile a una prigione che a un rifugio. Vive incaricato di portare Ellie, una ragazzina adolescente apparentemente immune all’infezione (Bella Ramsey), fuori dal settore sorvegliato fino ad una sede del Governo per capire se possa essere lei la chiave per trovare un vaccino capace di fermare il contagio.
Prima serie TV basata su un videogioco targata HBO, The Last Of Us – con un budget che potrebbe aver raggiunto i 15 milioni di dollari a episodio – copre gli eventi del primo gioco mostrandoci il viaggio estenuante, mentalmente e fisicamente, di Joel e Ellie attraverso gli Stati Uniti. L’intuizione di far interpretare i due protagonisti da Pedro Pascal e Bella Ramsey è più che centrata e regala al rapporto tra Joel ed Ellie sfumature emotive che si evolvono con il progredire degli episodi. Anche la ricostruzione della civiltà collassata, con tutte le conseguenze materiali ed emozionali che ne conseguono, è riprodotta con assoluta accuratezza.
Con una progressione narrativa fatta di flashback che raccontano il passato dei protagonisti o snodi centrali per l’avanzamento della storia– in questo senso sono ottimi esempi i bellissimi episodi tre e sette -, The Last Of Us non può in parte non ricordare The Walking Dead o The Road di John Hillcoat. Ma la serie HBO trova la sua dimensione unica nel rapporto tra i suoi due protagonisti. Un legame tutt’altro che semplice ma che la scrittura di Craig Mazin e Neil Druckmann costella di momenti di profonda emozione mostrandoci il lato umano di un mondo post-apocalittico, dolente e straziante. Perché «quando sei perso nell’oscurità, cerca la luce».
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