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Jussie Smollett: «Fare coming out? Non è facile, devi sempre sopportare le discriminazioni»

Il protagonista di Empire torna l’8 aprile con la quarta stagione. Hot Corn l’ha incontrato

Jussie Smollett è decisamente più ribelle del suo Jamal in Empire – serie che dall’8 aprile torna su Fox con la seconda metà della quarta stagione, mentre su CHILI potete trovare le prime due stagioni – e si diverte a prendere bonariamente in giro i suoi illustri genitori nella serie: Taraji P. Henson e Terrence Howard, i re dell’hip hop. Al Festival della TV di Monte-Carlo, Smollett posa accanto al loro ritratto facendo una buffa smorfia. Con l’ironia, insomma, l’attore affronta pregiudizi ed etichette, lo stesso atteggiamento che ha messo a disposizione per il suo personaggio, che fa coming out con grande coraggio in un ambiente musicale dominato dal machismo.

La famiglia di Empire.

I FRATELLI «Ho due sorelle e tre fratelli e, come i Lyon, anch’io sono nel mezzo, solo che noi Smollett non puntiamo sulla competizione, facciamo squadra spesso anche se a volte, com’è naturale, ancora ci accapigliamo. Mia madre non ha questo genere di ambizione quindi ci ha insegnato ad andare d’accordo. E infatti mi sembra sempre un po’ strano il rapporto tra Jamal e il padre. Per me ci sono frizioni non perché lui sia gay ma perché è il figlio che assomiglia di più a Lucious, nel bene e nel male. Gli affibbia responsabilità senza godere dei benefici del primogenito.»

IL PREGIUDIZIO «Da ragazzo gay di colore negli Stati Uniti capisco bene cosa prova Jamal, ho sofferto le stesse discriminazioni e spesso mi sono sentito incompreso. Parlare di fluidità sessuale aiuta ad alimentare un dibattito importante e che ci spaventa. Non si tratta di una scelta ma di quello che si è e di seguire il proprio cuore. Se vuoi essere felice accanto ad un uomo o a una donna o ad esponenti di entrambi i generi devi poter essere libero di farlo, purché tu non ferisca nessuno.»

Con Taraji P. Henson in una scena di Empire.

L’AMORE «Non ho la poker face quando m’innamoro, anzi si capisce subito, al punto che spesso vorrei non essere un simile libro aperto rispetto ai sentimenti. Il fatto è che amo con passione e mi si legge in faccia. Ad un certo punto mi arrendo e penso che non ha senso nasconderlo, quindi mi faccio avanti e lo dichiaro. Crescendo però ho imparato a dividere le mie emozioni solo con chi se lo merita. Ho frequentato spesso dei coglioni, ma ora ho imparato a liberarmene in fretta».

RUMER WILLIS «L’ho portata io sul set di Empire perché ho sentito la sua voce pazzesca e ho insistito per fare in modo che fosse nella serie. È successo per caso, ho mandato il link del suo video mentre cantava sulle note di Amy Winehouse esibendosi per il mio amico dj Sway e ho detto alla produzione che non potevamo assolutamente farcela scappare! Avevo ragione… (poi la produzione ha anche coinvolto la madre Demi Moore, ndr.)»

Rumer Willis, figlia di Bruce e Demi guest star

COMING OUT «Prima di fare coming out con Ellen Degeneres ho chiesto consiglio a Taraji e lei mi ha detto: “Che si fottano tutti, tesoro. Non devi per forza raccontare al mondo i fatti tuoi né dire chi ami, con me che sono etero mica pretendono di saperlo”. Lei è una donna così, chiama le cose con il loro nomi e accetta tutti. È stata la spinta che cercavo.»

DOTI NASCOSTE «Sono un bravo chef, mi rilassa molto cucinare e me la cavo bene con gli spaghetti e con la parmigiana, seguendo la ricetta di mia madre. A preparare la carne invece ho imparato piano piano, iniziando con il pollo per poi finire con quella rossa. Ammetto, invece, di non cavarmela altrettanto bene sul campo da basket. Vorrei essere un giocatore migliore, invece per ora mi devo accontentare…»

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