Paolo Virzì, la Florida e l’ombra di Hemingway

John che non ricorda i nomi dei figli, ma recita a memoria brani delle opere di Hemingway, della sua «prosa che si fa poesia», citando episodi della vita a cameriere più o meno interessate. John che cita I quarantanove racconti e che poi, in uno dei brevi momenti di lucidità, cerca di convincere Ella a mettergli tra le mani il fucile, come fece lo scrittore in quella domenica di luglio del 1961. Ella e John di Paolo Virzì è un film che tocca molti temi – ve lo abbiamo già raccontato qui – ma uno snodo centrale è il continuo ricorrere della sceneggiatura alla figura di Hemingway, non solo per la meta del viaggio dei due – Key West, in Florida, alla casa oggi museo dello scrittore – ma perché con il passare dei minuti Hemingway diventa presenza ingombrante che si frappone tra Ella e John. E inoltre, a un certo punto della pellicola, lo scrittore de Il vecchio e il mare serve a Virzì anche per mostrare il profilo grottesco di un turismo di massa sterile e di una società ossessionata da smartphone che scattano ma non guardano, consumano memoria ma non la custodiscono. E quando John arriverà finalmente alla casa di Hemingway non troverà affatto l’epica o la leggenda che aveva sognato negli anni di insegnamento, ma solo un matrimonio da celebrare, fuori tono e fuori luogo, con decine di persone che probabilmente non sanno – e nemmeno vogliono sapere – chi era Hemingway. Vedendo il film potrebbe sembrare un’esagerazione, invece basta fare un giro sul sito dell’Hemingway Home & Museum per vedere che è proprio così (www.hemingwayhome.com), che più che ricordi e libri, ci sono gatti e matrimoni:«Se il lettore lo preferisce, questo libro può essere considerato opera di fantasia. Ma esiste sempre la possibilità che un’opera di fantasia come questa getti un po’ di luce su ciò che è andato sotto il nome di realtà».