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Reinventing Hollywood: Il Cinema di Ieri e Oggi

I vecchi film? Non solo materiale vintage, ma fonte d’ispirazione per Nolan e Tarantino

È lo sguardo inquieto di Joan Crawford il biglietto da visita di Reinventing Hollywood: How 1940s Filmmakers Changed Movie Storytelling – nuovo libro del critico americano David Bordwell. Una scelta azzeccata per la copertina quella della diva sopravvissuta all’epoca del muto e interpretata da Jessica Lange in Feud, serie antologica creata da Ryan Murphy incentrata sulla sua rivalità con Bette Davis.

Reinventing Hollywood è diviso in undici capitoli ed altrettanti intermezzi, dedicati a film o registi, nei quali Bordwell analizza il cinema statunitense dal 1939 al 1952 rintracciandone gli elementi caratteristici che hanno influenzato i lavori dei registi a venire. Un esempio? Christopher Nolan, Quentin Tarantino, Paul Thomas Anderson o Steven Soderbergh sono tutti debitori delle idee narrative e visive di quella parentesi temporale che ha cambiato profondamente il linguaggio. Eva contro Eva di Joseph L. Mankiewicz, La nostra città di Sam Wood, La luna sorge di Frank Borzage, Dietro la porta chiusa di Fritz Lang e ancora Quarto Potere di Orson Welles, le opere di Preston Sturges e Alfred Hitchcock sono solo alcuni dei film e dei cineasti che lo storico esamina per validare la sua tesi.

Bordwell non circoscrive il lavoro al confronto tra i classici di ieri e quelli di oggi (da Memento a Inception, da Pulp Fiction a Django Unchained, da I soliti sospetti a Shutter Island), quello che rende più interessante il libro è la contestualizzazione storica di quell’innovazione iniziata, ancor prima che nel cinema, nella radio (La guerra dei mondi), nella letteratura (John Steinbeck, Raymond Chandler) e in teatro (Arthur Miller, Tennesse Williams ). Un rinnovamento continuato durante la Seconda Guerra Mondiale e la successiva recessione post-bellica che permise a sceneggiatori e registi di osare sempre di più sotto il doppio profilo di forma e contenuto.

Novità capaci di modificare i generi ed un’intera industria, attraversare le epoche, diventare tradizione, ed essere rintracciate, settant’anni dopo, nello sguardo originale ma debitore dei grandi registi contemporanei.

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